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I perseguitati dal fisco. Problema della politica

Possono essere definiti incidenti, paradossi, contraddizioni ma quando c'è in ballo l'Agenzia delle Entrate si tramutano sempre in guai

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Possono essere definiti incidenti, paradossi, contraddizioni ma quando c'è in ballo l'Agenzia delle Entrate si tramutano sempre in guai. Guai grossi. Un avvocato di Salerno si è trovato nella strana situazione di essere creditore nei confronti dell'Agenzia per 40mila euro e debitore per 10mila.

Allora lo Stato, perché quell'organismo parla a nome dello Stato, cosa fa? Per avere quei diecimila euro ne pignora 40mila e il povero avvocato non è nelle condizioni di sapere - salvo un ricorso e, quindi, conseguenti spese legali - quali sono le cartelle che determinano il pignoramento e quali soldi, invece, può incassare. A Roma ad un altro contribuente è stato messo sotto ipoteca per delle cartelle un immobile - qui siamo al paradosso - non suo, visto che da quattro anni aveva cambiato proprietario. E sempre a Roma è stata posta un'altra ipoteca su un immobile per cartelle che ammontano a decine di migliaia di euro riferite a multe stradali su cui pende un ricorso davanti ad un tribunale, anche qui l'Agenzia delle entrate ha preso un provvedimento irregolare.

Simili stranezze, basta parlare con gli studi

legali che si occupano di questi casi, stanno aumentando. Proliferando. La corsa dell'Agenzia delle Entrate a fare volume, a dimostrare di aver riscosso tante cartelle esattoriali, fa paura e sta creando un meccanismo perverso di pignoramenti e ipoteche spesso irregolari. L'importante a fine anno è gonfiare la cifra di recupero anche se poi queste operazioni, fatte con criteri a volte addirittura singolari, fanno aumentare a dismisura pure i contenziosi.

Ora, una conduzione di questo tipo non è neutra, cioè ha delle conseguenze politiche, visto che l'attuale coalizione di governo dalla sua nascita ha nella sua «constituency» proprio la questione fiscale. Con la tassazione ai livelli italiani un elettore del centrodestra può capire tutto, può comprendere che visto l'attuale quadro economico è alquanto complicato abbassare le aliquote fiscali, che è difficile prendere la strada di una vera flat tax e, ancora, tante altre cose, quello che non può accettare, però, è che l'Agenzia delle Entrate faccia pignoramenti e ipoteche con troppa disinvoltura per dimostrare la propria bravura. Se un fenomeno del genere assumesse grandi dimensioni - e il moltiplicarsi di questi episodi è un segnale - sarebbe la tipica goccia che fa traboccare il vaso. Perché se c'è un argomento che provoca delle conseguenze immediate nell'elettorato è proprio tutto ciò che riguarda il fisco. Senza contare che nelle cartelle esattoriali si incrociano

non solo problematiche riguardanti le tasse, ma tante altre a cominciare dalle contravvenzioni che si sono trasformate - non è uno scherzo - in una vera e propria industria. Basti pensare che l'Italia è il terzo Paese al mondo per numero di autovelox sulle strade, preceduta solo dalla Russia (che è quasi 56 volte più grande) e dal Brasile (24 volte più grande). Nel Belpaese ci sono un decimo degli autovelox presenti nei 27 Paesi d'Europa.

La Germania ne ha la metà ma a proposito della tesi che gli autovelox sono sinonimo di sicurezza, sulle strade tedesche muoiono 31 persone su un milione, in Italia 48. Ora questo mare di contravvenzioni si trasforma in cartelle esattoriali creando un meccanismo di pressione nelle mani dell'Agenzia delle Entrate che, appunto, può condizionare il consenso.

E, fatto strano, questo governo ha mantenuto al suo posto il direttore dell'Agenzia delle Entrate messo in quel ruolo dal precedente governo: e pensare che gabellieri ed esattori da sempre sono espressione diretta del sovrano di turno. Superficialità o masochismo?

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