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I redditi dei ministri? Mistero E il sottosegretario li striglia

RomaScusi, ministro: quanto guadagna? Lo vorrebbero sapere gli italiani. Ma soprattutto lo chiede la legge. In particolare l'articolo 4 del decreto legislativo 33 del 14 marzo 2013, secondo cui le pubbliche amministrazioni devono pubblicare on line in nome della trasparenza entro tre mesi dall'elezione alcune informazioni sugli eletti a cariche politiche, tra cui i redditi. Cosa che per il momento nessun membro del governo Letta ha pensato bene di fare malgrado manchino appena tre settimane allo scadere del termine previsto: essendo infatti i ministri entrati in carica il 28 aprile, dovranno fare outing economico entro il 28 di questo mese.
Così ieri è arrivato il bonario promemoria del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi, che ha invitato tutti i colleghi dell'esecutivo a ricordare l'impegno. Anche perché il cittadino assetato di trasparenza che si recasse armato di mouse sul sito del governo, alla pagina relativa alla trasparenza troverebbe sì curricula (molti) e stato patrimoniale (pochi) di membri del governo, ma quello Monti, decaduto proprio il 28 aprile scorso. Quindi attendiamo con ansia, fiduciosi che tra tre settimane potremo navigare felici e rassicurati tra le dichiarazioni dei redditi di ministri, viceministri e sottosegretari. E non solo: perché secondo la legge sul sito del governo dovranno trovare spazio anche l'atto di nomina o di proclamazione, con l'indicazione della durata dell'incarico o del mandato elettivo, il curriculum, gli importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici, i dati relativi all'assunzione di altre cariche presso enti pubblici o privati e i relativi compensi, gli altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e l'indicazione dei compensi spettanti e le dichiarazioni previste dalla legge per il coniuge non separato e ai parenti entro il secondo grado «ove gli stessi vi consentano», precisa però il decreto legislativo. «Chi fa politica deve essere ancora più rigoroso degli altri cittadini», plaude all'iniziativa di Patroni Griffi il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda.
C'è da dire che il governo Monti, pur non essendo ancora obbligato per legge, aveva pubblicato nel 2012 i redditi dichiarati dai suoi membri nel 2011 e quindi relativi al 2010. E a dimostrazione che queste informazioni interessano eccome al cittadino, quel giorno di metà febbraio il sito del Governo era andato in tilt per eccesso di contatti. Gli italiani avevano così scoperto che a percepire il reddito da lavoro più alto era la ministra della Giustizia Paola Severino con oltre 7 milioni di euro guadagnati con la sua attività di avvocato, ma che probabilmente il più ricco era il titolare dello Sviluppo Economico Corrado Passera, che al reddito di 3,5 milioni di euro percepito nel 2010 poteva aggiungere un ricco portafogli di partecipazioni azionarie, depositi e obbligazioni.

La più povera, si fa per dire, era la ministra dell'Interno Anna Maria Cancellieri, con un reddito lordo annuo di 183 mila euro, compensato ampiamente dalla proprietà di 13 fabbricati e 11 terreni.

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