Politica

I sindaci sulle barricate contro i tagli «Sarà guerra per il patto di stabilità»

Tutti insieme. Furenti e scettici. Delusi e bastonati. Dai farmacisti, agli avvocati, dal mondo della cultura e della sanità ai sindaci. Tutti insieme, ma anche in ordine sparso, contro Monti, i suoi «tecnici» e contro la spending review. Il maxi provvedimento che taglia ma non ricuce. Che rischia di procurare altri strappi e lacerazioni profonde nel Paese. Ieri a dar fuoco alle polveri della protesta sono stati, fascia tricolore bene in vista, almeno 2mila sindaci di vari comuni, che si sono radunati a Roma in piazza Sant'Andrea della Valle, per arrivare poi davanti al Senato e incontrare il presidente, Renato Schifani e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda.
A tuonare per primo il vice presidente dell'Anci e sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo: «Il governo ci ascolti. Molti comuni, anche i più virtuosi, rischiano di dover chiudere asili, tagliare mense o abolire linee di trasporto pubblico per mancanza di fondi». Gli ha fatto eco il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: «Siamo profondamente preoccupati perché se i tagli non vengono mirati agli sprechi, si rischia di colpire i servizi essenziali: noi abbiamo un bilancio difficilissimo e per Roma non siamo disponibili ad aumentare la tassazione perché già troppo alta». Mentre è una dichiarazione di guerra quella del presidente dell'Anci e sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio: «In autunno apriremo la battaglia definitiva sul patto di stabilità». «Lo Stato pensa che noi siamo solo dei suoi uffici - ha sbottato il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni - ma non è così, questa fascia tricolore vuole dire invece che rappresentiamo i veri bisogni delle popolazioni. Siamo qui non per fare una protesta cieca ma per collaborare per il bene della Repubblica». Non meno dure le reazioni dei farmacisti, che sono tornati a far sentire la loro voce in vista della chiusura di domani: «La farmacia italiana rispetta da anni il tetto di spesa programmato. Gli sprechi della sanità sono altrove. Così domani o le farmacie resteranno chiuse e la chiusura sarà la prima di una serie di iniziative di protesta» ha annunciato Annarosa Racca, presidente di Federfarma.
A partire dalle 10.30 i farmacisti manifesteranno a Napoli davanti Palazzo Santa Lucia, sede della giunta regionale della Campania. «La distribuzione dei farmaci ai cittadini nelle farmacie - sottolinea con disappunto Federfarma - dovrebbe essere considerato un ramo sano della spesa pubblica. Però, nella sanità la prima voce dalla quale la spending review ha preso risorse è stata la farmaceutica territoriale». Una protesta quella di domani, peraltro già preceduta due settimane fa dal sit-in a Montecitorio di delegati da tutta Italia di Federfarma. In piazza accanto ai sindaci ieri anche avvocati e liberi professionisti dei comuni dei 37 tribunali minori che la spending review vuole sopprimere. Mentre Federculture ha lanciato il suo allarme: «I tagli mettono a rischio il sistema della aziende culturali italiane e con loro centinaia di migliaia di posti di lavoro, già a partire dal 2013». Un allarme condiviso da Giacomo Bassi, sindaco di San Gimignano: «Piuttosto che applicare i licenziamenti previsti, mi licenzio io il giorno prima. Noi abbiamo 7.800 abitanti ma 3 milioni di turisti l'anno, che portano 2 milioni e mezzo netti l'anno nelle casse del Comune. Anche con quelli abbiamo abbassato la tassazione, azzerato un mutuo di 6 milioni e garantito servizi di qualità. Tutto con 89 dipendenti. L'articolo 16 della spending review però ci imporrà di licenziarne 35, perché considera solo il numero di abitanti e non di turisti. Come conseguenza oggi dovremmo rinunciare alla gestione diretta dei musei civici, che impiegano 6 dipendenti, ma garantiscono entrate per 105mila euro su un bilancio annuo di 9 milioni.

Con quei soldi mantengo un asilo nido e un servizio di pulizia urbana, che altrimenti non potrei permettermi».

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