Politica

I trombati della televisione ora si riciclano come patrioti

Da Baudo alla Guzzanti: ormai spariti dallo schermo rispondono all'appello del Fatto in difesa della Carta

I trombati della televisione ora si riciclano come patrioti

Sabina Guzzanti, Dario Vergassola, Sabina Ciuffini, Bebo Storti, Jacopo Fo. Il cast sembra quello di una trasmissione di Rai Tre, di quelle in cui sì che si ride in modo intelligente, anche se poi alla fine - stringi stringi - per strappare qualche risata immancabilmente si scherza sulle gaffe di Berlusconi e sulla statura di Brunetta. Ma no. I nomi che abbiamo elencato sono quelli dei nuovi patrioti che hanno risposto all'appello del Fatto Quotidiano per salvare la Costituzione dall'attacco del Pd-Pdl. Essendo tutti orfani della tv, i nostri hanno tempo di giocare ai piccoli costituzionalisti.
Già, la Carta salvata dai trombati della tv. Spieghiamo: da qualche giorno il Fatto Quotidiano ha messo su come giochino estivo la raccolta di firme per sventare quello che il giornale del duo Padellaro-Travaglio definisce un attacco alla Carta pianificato dal governo Letta con la modifica dell'articolo 138 della Costituzione stessa, quello che stabilisce che le leggi di revisione della Costituzione «sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni a intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione». E che stabilisce che le stesse leggi «sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o 500mila elettori o cinque consigli regionali», a meno che la legge non sia stata approvata «nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi».
La modifica dell'articolo 138 secondo il governo è un modo per accelerare le riforme istituzionali, per i grillini e per il FQ un blitz estivo della Casta, un agguato dei poteri forti. Da qui la campagna di FQ. «Già 70mila firme per difendere la Costituzione», strillava ieri in prima pagina il quotidiano. E sotto le faccine di alcuni dei vip che hanno aderito - chissà se spontaneamente o su chiamata - all'appello. Ed ecco spuntare gli orfani della tv. Ecco Sabina Guzzanti, ormai da anni lontana dal piccolo schermo. La querula comica romana, sorella del ben più geniale Corrado, per anni è riuscita a far credere che dietro la sua assenza dal video ci fosse l'ostracismo del Cavaliere, del quale è sempre stata una delle sbeffeggiatrici più feroci. Compito ben più arduo dopo il flop del suo Un Due Tre Stella che segnò il suo grande ritorno in video a marzo del 2012 su La7, concluso con share ben sotto al 3 per cento. Pubblico? Tracce.
Comico in cerca di trasmissione è anche Dario Vergassola, che in un messaggio che accompagna la sua adesione alla campagna di FQ si definisce «nuovo partigiano». Sarà, ma l'impressione è che un po' di visibilità non dispiaccia al cabarettista spezzino che fino a un paio di anni fa era il sodale fisso di Serena Dandini a Parla con me e ora è disperso nella nebbia catodica. Così come Bebo Storti, che dopo i fasti della Gialappa's Band negli anni Novanta si è dato alla politica (è stato consigliere regionale lombardo dei Comunisti italiani nonché candidato trombato all'Europarlamento), al teatro e al poker in tv. Di bluff, insomma, se ne intende. Desaparecida da anni è Sabina Ciuffini, che il FQ ripesca dal cassetto dei ricordi più o meno come fece Fabio Fazio ad Anima Mia nel 1997: anche lei patriota ad honorem. Così come Jacopo Fo, eterno figlio di, e Pippo Baudo, ex top player della tv costretto ormai a progetti minori e comparsate malinconiche. «Non so se l'Italia è matura per il semipresidenzialismo», pontifica l'ex Pippo nazionale su FQ. Se lo dice lui.


di Andrea Cuomo

Roma

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