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Ingroia: "Decido la settimana prossima se mi candido". Dubbi dall'Anm

Il pm scioglierà le riserve settimana prossima. Dubbi dall'Anm: "Va assicurata l'indipendenza delle toghe"

Ingroia: "Decido la settimana prossima se mi candido". Dubbi dall'Anm

Tra gli indecisi se candidarsi o meno alle prossime elezioni non c'è solo Mario Monti. Dopo la firma del manifesto "Io ci sto" di ieri sembrava fatta, ma Antonino Ingroia non ha ancora deciso se scendere in campo o no.

In un'intervista a Sky Tg 24, il pm antimafia ha detto che il discorso di ieri era "un appello alla società civile a mettersi in prima fila ed impegnarsi" e ha ricordato che "il magistrato è un cittadino che ha diritto di elettorato passivo come tutti gli altri". "Quello che conta è che come magistrato abbia fatto bene il suo dovere e che sappia dare un contributo anche in politica", ha detto.

Ieri Ingroia ha chiesto agli esponenti della sinistra - leggasi Luigi de Magistris, Leoluca Orlando, Oliviero Diliberto, Paolo Ferrero e Antonio Di Pietro - di fare un passo indietro. Non nel senso di "rinunciare alla politica", ha chiarito, "ma di dare spazio alla società civile perché‚ sarebbe una incoerenza avere nelle prime file di una lista civica dei politici". Nessuna certezza, invece, sulle possibili alleanze: "Abbiamo molte cose che ci accomunano con alcune posizioni del centrosinistra, cos come ci sono alcune battaglie che ci avvicinano al MoVimento 5 Stelle. Siamo pronti a confrontarci con entrambi senza pregiudiziali ma per ora non ci sono stati segnali in questo senso".

Intanto l'Anm si preoccupa della possibile "sovrapposizione tra l’immagine di magistrato che esercita la funzione giudiziaria" e quella del pm impegnato in politica. "Bisogna creare delle soluzioni che evitino questa sovrapposizione", dice il presidente, Rodolfo Sabelli, "È un problema che il legislatore deve affrontare. Ci sono magistrati sui quali l’interesse mediatica è più alta, come i pubblici ministeri. Il rischio è che nella percezione dell’opinione pubblica l’attività d’indagine venga vista come un trampolino di lancio. Nessuno mette in discussione il diritto all’elettorato passivo anche per il magistrato, che è riconosciuto dalla Costituzione. Così come pensare di stabilire un divieto per chi ha fatto politica a tornare in magistratura pone questioni di ordine costituzionale.

Si potrebbe pensare però a delle limitazioni, come stabilire che il magistrato torni in una sede diversa da quella dove ha fatto politica".

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