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Ingroia: "Grave se Bersani non sapeva del patto di desistenza"

Il magistrato contro il Pd: "Noi unica sinistra in Parlamento"

Ingroia: "Grave se Bersani non sapeva del patto di desistenza"

Antonio Ingroia torna a parlare del patto di desistenza chiesto a Rivoluzione civile dal Pd. Lo stesso patto che il segretario democratico nega da mesi e che avrebbe potuto portare, se l'ex pm non avesse rifiutato, il centrosinistra alla maggioranza anche al Senato. "Spero che Bersani non dica la verità quando smentisce che il Pd ci abbia fatto una proposta di desistenza", ha detto Ingroia al Forum dell'Ansa, "Perché sarebbe grave se nel partito ci si muovesse alle spalle del segretario senza che lui ne sappia nulla visto che a noi la proposta è arrivata. Un leader deve sempre sapere ciò che avviene".

L'ex procuratore di Palermo, comunque, non rinuncia ad attaccare il Partito democratico sottolineando che "Rifondazione civile sarà l’unica forza veramente di sinistra nel prossimo Parlamento", visto che Bersani avrà bisogno del sostegno di Monti. È polemico anche contro la "scelta di consentire a Monti, Bersani e Berlusconi il dibattito finale in tv". Scelta che è "lesiva della par condicio": "Siamo censurati da Rai e da altre tv. Abbiamo ricevuto un invito per un confronto a sei su Sky. Noi siamo pronti, non ci tiriamo indietro. Non temiamo nessuno".

Per quanto riguarda le mosse del nuovo Parlamento, poi, Ingroia si è detto "personalmente favorevole" alla liberalizzazione delle droghe leggere: "Una netta distinzione (tra droghe leggere e pesanti, ndr) va ripristinata".

Immancabile un cenno all'inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia di cui è stato titolare. "Non ho mai abbandonato l’inchiesta: quando ho accettato l’incarico Onu in Guatemala, l’inchiesta era già chiusa e definita. Si è aperta poi la fase dell’udienza preliminare, ma a quel punto nel mio ruolo di procuratore aggiunto, anche fossi rimasto a Palermo, non avrei potuto dare un contributo diverso", ha detto il magistrato replicando a chi lo critica per aver lasciato il suo lavoro.

E sulle intercettazioni che coinvolgono Giorgio Napolitano, aggiunge: "Non appena saranno distrutte, quelle intercettazioni saranno cancellate anche dal mio cervello".

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