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Inps, i "buchi" nascosti per entrare nell'euro. E la situazione peggiora

La previdenza degli statali  è una mina pronta a esplodere I contrasti con Bruxelles

Inps, i "buchi" nascosti per entrare nell'euro. E la situazione peggiora

«Lo Stato ci dà questi 9 miliardi quindi non c'è nessun problema, e li darà per sempre però non possiamo registrarlo contabilmente. Il problema finanziario non esiste». Il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, ancora ieri ha ripetuto che l'allarme lanciato giovedì scorso durante un'audizione in Parlamento non era da considerarsi tale, ma piuttosto un ballon d'essai. «Non c'è nessun buco. Le pensioni sono pagate oggi e verranno pagate sempre perché è un contratto tra lo Stato ed i lavoratori». Insomma, è solo «un problema di rappresentazione nel bilancio di questa partita dell'Inpdap» perché «lo Stato già si accolla i debiti dell'Inpdap ma non lo fa dal punto di vista contabile», mentre Mastrapasqua avrebbe già chiesto di «poter rappresentare in bilancio i soldi che già ci vengono dati».

Vediamo, numeri alla mano, se Mastrapasqua sia stato rassicurante per tutti (Saccomanni in primis) sulla solidità dell'ente previdenziale pubblico. La partita si gioca su tre piani: quello del conto economico, quello del flusso di cassa e quello del patrimonio. Nessuno è particolarmente tranquillizzante a prima vista, ma non è detto che il trend non si possa invertire.

Cominciamo dalla cassa. Come si vede dal grafico, il cash flow dell'Inps è praticamente nullo. Ci sarebbe uno sbilancio sostanziale di 106 miliardi a fine 2012 che lo Stato ha coperto attraverso trasferimenti per oltre 100 miliardi, mentre poco più di 5 miliardi li ha messi la stessa Inps prelevandoli dalla propria liquidità. Quindi Mastrapasqua non ha torto quando afferma che, dal punto di vista dei pagamenti, non ci sono problemi.

Le «grane», infatti, cominciano a spuntare quando si analizza il conto economico che già di per sé non è brillantissimo. Nel 2012, secondo il bilancio approvato dal comitato di vigilanza, l'Inps ha perso 12,216 miliardi di euro. Il «rosso» ha eroso il patrimonio dell'ente che dai 42 miliardi di fine 2011 è sceso a 21,8 miliardi per il combinato disposto del risultato negativo e dell'accorpamento dell'Inpdap che è stata fusa portando in dote un «buco» da 10,3 miliardi. E che l'anno scorso ha perso altri 7 miliardi «mangiandosi» quasi tutto il saldo attivo delle gestioni dei parasubordinati, cioè gli oltre 8 miliardi di contributi versati dai lavoratori flessibili.

Certo, l'Inps ha altri problemi come quelli connessi all'erogazione delle prestazioni di agricoltori e artigiani (entrambe in perdita per oltre 5 miliardi). E progressivamente andrà analizzato anche lo stato dell'ex Ipost (l'ente pensionistico delle Poste) che nel 2012 ha perso 300 milioni. Ma la mina pronta a esplodere è quella degli statali. Da un punto di vista matematico, come rilevato dalla Corte dei Conti, il blocco del turnover e degli stipendi a fronte di un sempre maggior numero di pensionati fanno sì che le entrate Inpdap coprano meno del 90% delle uscite. E la situazione non potrà che peggiorare.

Ma è l'analisi politico-finanziaria l'aspetto più preoccupante. La genesi del rosso patrimoniale Inpdap, denunciata dall'Inps in sede di fusione, è l'incertezza sui contributi versati nel periodo 1996-1998 (in piena corsa all'euro). La toppa è stata peggiore del buco: le anticipazioni di cassa dello Stato - stabilisce la Finanziaria 2008 di Prodi - sono computate come crediti del Tesoro verso l'ente e non come debito pubblico, ovviamente per non irritare Bruxelles. Ma, a forza di disavanzi, il patrimonio dell'Inps è destinato a ridursi (le stime 2013 indicano una flessione a 15 miliardi). Ecco perché Mastrapasqua ha chiesto a Saccomanni di «attivarsi»: non tanto per le esigenze di cassa quanto per rafforzare la solidità patrimoniale dell'Inps. Ma con l'aria che tira (la Commissione Ue ha bocciato la legge di Stabilità) la strada è in salita. L'Inps è un ente pubblico e il puzzle si può sempre ricomporre.

Sarebbe un buon viatico per il presidente Mastrapasqua (organo monocratico dell'ente dopo la soppressione del cda nel 2011) e per il dg Mauro Nori, entrambi in scadenza l'anno prossimo.

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