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Insulti a Berlusconi, il Senato "processa" Crimi

Grasso: "Un’istruttoria cercherà di chiarire i fatti. Dopo di che si convocherà il Consiglio di presidenza"

Insulti a Berlusconi, il Senato "processa" Crimi

Può un senatore, durante i lavori della Giunta per le elezioni, pubblicare su Facebook frasi gravemente offensive nei confronti di un altro parlamentare, sulla cui sorte, tra l'altro, si sta discutendo? Stiamo parlando di Vito Crimi, del Movimento 5 Stelle, che qualche giorno fa è finito al centro delle polemiche perché, a commento di una foto a sostegno del Cavaliere, ha scritto: "Ma vista l'età, il progressivo prolasso delle pareti intestinali e l'ormai molto probabile ipertrofia prostatica, il cartello di cui sopra con "Non mollare" non è che intende "Non rilasciare peti e controlla l'incontinenza". La frase non era sua ma Crimi l'aveva riportata sulla propria bacheca, citando l'autore. E scatenando un putiferio tale da far chiedere al presidente dei senatori, Renato Schifani, di sospendere la seduta della Giunta, visto che da regolamento è vietato mandare messaggi durante le riunioni.

Oggi il presidente del Senato, Pietro Grasso, fa sapere che "è iniziata un’istruttoria che cerca di chiarire come si siano svolti i fatti. Dopo di che, si convocherà il Consiglio di presidenza". Il giorno del fattaccio Grasso si trovava ad Assisi, per la Giornata mondiale della Pace, ma attraverso il suo portavoce aveva stigmatizzato il post, annunciato approfondimenti e chiarendo che non avrebbe comunque potuto sospendere la Camera di Consiglio della Giunta, perché non rientrava nei suoi poteri. Poi attraverso il suo portavoce Grasso aveva detto: "Il Presidente del Senato non ha alcuna possibilità nemmeno di comunicare con i componenti della giunta, in questo momento riunita in camera di consiglio, senza incorrere nella violazione del regolamento che prevede la segretezza di tale fase del procedimento". A bocce ferme, però, è impensabile che la condotta di Crimi finisca nel dimenticatoio.

Al termine della riunione della Giunta l'ex capogruppo del M5S al Senato si era difeso in questo modo: "Ciò che ho scritto su Facebook è irrilevante rispetto ai lavori della giunta. Il mio post era satirico e riprendeva cose scritte da altri. Non aveva nulla a che vedere con i lavori della giunta". Poi, in un'intervista alla Stampa, aveva aggiunto: "È Berlusconi che insulta il Paese da vent’anni. È lui che è indegno del Senato, non io". Spiegando di non aver violato "nessun regolamento" perché il post su Berlusconi "è arrivato mentre la seduta era ancora pubblica. È documentato".

Crimi faceva (e fa) finta di non capire la gravità del suo comportamento, sorvolando sulla tempistica e sul ruolo istituzionale che ricopre (non solo parlamentare, ma membro della Giunta).

E non si è nemmeno reso conto di danneggiare, a livello di autorevolezza e credibilità, il suo stesso movimento politico.

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