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Intesa bipartisan Lupi-Letta sui presidenti delle Camere

I due parlamentari al Meeting di Rimini: "Li sceglieremo insieme": E il dirigente Pdl ironizza: "Con Fini già fatto questo esperimento"

Intesa bipartisan Lupi-Letta sui presidenti delle Camere

nostro inviato a Rimini

La stagione di distensione istituzionale? Potrebbe iniziare dall'elezione dei presidenti delle nuove Camere. La proposta è firmata da quella che loro stessi, ironicamente, autodefiniscono una «coppia di fatto» del dialogo tra gli schieramenti, ovvero Maurizio Lupi ed Enrico Letta, ciellino doc il primo, storico amico del Meeting il secondo.

Un ticket trasversale che già nel 2003 si fece promotore della nascita dell'Intergruppo per la Sussidiarietà, laboratorio del dialogo bipartisan su temi concreti al di là delle appartenenze. Furono loro lo scorso anno a introdurre l'intervento del presidente Giorgio Napolitano che aprì la kermesse riminese. Oggi, a un anno di distanza, si ritrovano a condividere una proposta che mira a partire dal 2013 a ripristinare la vecchia prassi della presidenza di una Camera affidata all'opposizione. «Sarebbe il ritorno a una tradizione di rispetto istituzionale, una forma di reciproco riconoscimento con cui uscire da alcuni eccessi che hanno segnato questi anni di bipolarismo muscolare», spiega Lupi. «Un gesto che potrebbe sancire la normalità di una corretta dialettica parlamentare. Veniamo da 18 anni di muro contro muro, dove gli schieramenti in campo hanno condiviso l'abitudine di fare man bassa delle cariche istituzionali una volta conquistata la maggioranza».

Un vizio che, a suo dire, andrebbe definitivamente archiviato, anche alla luce dell'esperienza di concordia che ha contraddistinto il governo Monti. «Scegliere nei ranghi dell'opposizione il presidente di una delle due Camere sarebbe un segnale importante», argomenta Lupi. «D'altra parte - aggiunge accompagnando la battuta con un sorriso - non sarebbe una grande novità visto che l'abbiamo sperimentata già in questa legislatura con Fini».

L'idea di questa collaborazione sulle scelte istituzionali non significa, però, annacquare le proprie identità o rinunciare a competere, né dovrà sconfinare nell'ambito prettamente politico. «La grande coalizione è un'enorme stupidata - taglia corto Lupi -. Noi diciamo che non esiste. Nel marzo 2013 si torna finalmente alle elezioni e i cittadini sceglieranno il partito o la maggioranza che dovrà guidare il Paese». La proposta avanzata dal vicepresidente della Camera – in un dibattito a cui partecipano anche altri membri dell'Intergruppo per la Sussidiarietà come Raffaello Vignali, Tiziano Treu, Vannino Chiti e Gianluca Galletti - incontra la piena disponibilità di Enrico Letta. «Scegliamo insieme i presidenti delle Camere e decidiamo di parlare il linguaggio della verità». Anzi, a quel punto alziamo la posta e adottiamo il metodo della piena collaborazione anche per il Quirinale. «Scegliamo insieme anche il prossimo presidente della Repubblica. Non è più tempo di un approccio proprietario alle istituzioni».

La consonanza Lupi-Letta si estende anche alle considerazioni sulla grande coalizione. Prospettiva inopportuna, bocciata in maniera convinta anche dall'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ai tempi del governo Prodi. «L'esperienza Monti sta facendo bene al Paese e all'Europa. Ma dopo questa esperienza le elezioni dovranno vedere un confronto aperto tra centrodestra e centrosinistra». Sulla data di questo confronto, ovvero sui tempi del voto però non c'è piena consonanza. Per Lupi, infatti, l'approssimarsi di un accordo sulla legge elettorale non significa affatto un via libera verso le urne. «Chi mette insieme le elezioni anticipate e la riforma della legge elettorale semplicemente vuole che quest'ultima non venga realizzata.

Sono due cose diverse, si lavori sulla legge elettorale e poi si continui a lavorare fino alla fine della legislatura». Più vago Enrico Letta: «Alle prossime elezioni si deve andare con una nuova legge e due proposte in campo. Che sia novembre, febbraio o marzo, conta questo».

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