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"Gli italiani sono disgustati, bisogna cambiare tutto"

Il Cavaliere: "Il voto in Sicilia insegna, sto cercando la ricetta"

"Gli italiani sono disgustati, bisogna cambiare tutto"

Roma - Se arriverà l'azzardo, non sarà una decisione avventata. Ma soppesata «con grande senso di responsabilità». Quel che certo è che «stiamo valutando». Silvio Berlusconi è stato prudente ieri in una conversazione telefonica a Mattino Cinque, rispondendo alle domande di Maurizio Belpietro. Ma non ha smentito. L'idea di riformare Forza Italia è più che un'ipotesi, aspetta soltanto di essere messa in pratica. Quanto alla discesa in campo dello stesso Berlusconi, molto dipenderà dagli eventi politici dei prossimi giorni, lo svolgimento e la conclusione delle primarie del partito democratico: «Vediamo quello che sta succedendo nell'altra parte», prende tempo il Cavaliere. Poi ha parole di stima per l'evento organizzato dai rivali: «Il Pd ha dato una prova di democrazia». E di elogio per il sindaco di Firenze: «Con Renzi l'Italia potrebbe avere un partito socialdemocratico e che non si rifaccia all'ideologia comunista». Lo sfidante di Bersani «è una cosa diversa, non ha le stesse idee del Pd che è ancora formato da uomini del Pci», ricorda Berlusconi.
Chi vincerà? «A me non piace guardare in casa d'altri, vincerà chi avrà più voti. Tutti siamo curiosi di vedere cosa succederà». Quanto alle primarie del Pdl, «stanno andando avanti e la domanda (sulla incompatibilità tra primarie e una sua discesa in campo, ndr) non è da rivolgere a me, ma alle istituzioni del Pdl che si esprimono con molta democrazia nell'ambito dell'ufficio di presidenza».
Pur essendo questa una fase di valutazione, Berlusconi chiarisce che se nascerà un partito nuovo «serve cambiare tutto. Bisogna aprire gli occhi su quello che è successo in Italia». In Sicilia in particolare, il pensiero fisso del Cavaliere, che ricorda come all'ultima tornata elettorale nell'isola, «anche chi ha votato per i partiti tradizionali ha una forte delusione». La metà «prova disgusto per i partiti». Da lì deve partire la valutazione vera: «Credo sia giusto per chi ha avuto l'onore di guidare il governo italiano riflettere su quale sia la ricetta e il modo per modernizzare l'Italia, una cosa che io avevo promesso in buona fede». Le riforme liberali si sono fermate «perché qualsiasi programma deve prevedere il cambiamento delle regole della Costituzione per dare più poteri al governo». Parla di Mario Monti ormai con meno entusiasmo il Cavaliere: «L'impegno di Monti potrebbe proseguire dopo le elezioni, se i partiti lo chiamassero nuovamente». Ma, aggiunge, «mi sembra pertinente quanto detto dal capo dello Stato»: la posizione di senatore a vita «lo pone in teoria fuori dal contrasto politico». L'impegno dell'attuale premier potrà arrivare se lo chiameranno i partiti «dopo le elezioni». In questo momento il governo guidato dal Professore sta portando avanti «politiche recessive». E Berlusconi rimprovera al premier una scarsa autonomia dalla Germania: «Purtroppo la condiscendenza di Monti nei confronti della politica di austerity imposta dalla cancelliera Merkel ha portato il Paese in una spirale recessiva molto grave. Questo lo dobbiamo dire con grande chiarezza, agli elettori». Le politiche recessive «hanno portato alla contrazione dei consumi» e «alla chiusura delle aziende. Le imprese non fanno più pubblicità e quindi non stimolano più gli acquisti».

Il crollo della pubblicità e «il calo della fiducia dei consumatori» sono le due cose da cambiare subito.

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