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L'"idraulico" amico di Letta diventa capo degli enti lirici

Pinelli prenderà uno stipendio da 100mila euro all'anno. La battuta: di musica non capisce un tubo

L'"idraulico" amico di Letta diventa capo degli enti lirici

Roma - «In questi sei mesi di governo ho visto cose che voi umani...». Non è Blade Runner, è Enrico Letta che parla. Non dà la caccia a replicanti e transformer, ma trasforma gli ingegneri idraulici in supermanager della cultura. Non è un film di fantascienza, è la realtà. Pier Francesco Pinelli, una carriera all'Eni e all'Erg, grande esperto di start-up e di piattaforme digitali, è infatti il nuovo commissario straordinario di governo per le fondazioni lirico-sinfoniche. Scelto dal premier, nominato per decreto da Massimo Bray, approvato da Fabrizio Saccommani, Pinelli cercherà di salvare i dissessati bilanci delle fondazioni. Una scelta sul filo della competenza? Chissà, magari serviva proprio un ingegnere idraulico per sbloccare l'erogazione di liquidi.
Il suo compenso non potrà superare i centomila euro e dovrà gestire i 75 milioni del fondo di rotazione. La battuta è già pronta: sicuramente capisce di tubi ma forse di opere e teatri non capisce un tubo. Dubbi, mugugni, perplessità, esternati persino dal senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura di Palazzo Madama. «Mi auguro che il profilo scelto sia quello giusto - dice - e che sia possibile una collaborazione fattiva con il Parlamento. Si tratta infatti di un incarico molto delicato, vista la situazione complessiva del settore e l'urgenza con la quale molti teatri stanno aspettando i fondi previsti dalla legge “Valore e cultura”».

L'uomo giusto al posto giusto? Marcucci sottolineando di aver «appreso della nomina dalla agenzie di stampa», ne prende le distanze. Politicamente, Pier Francesco Pinelli passa per un uomo di Letta ma per il Mibact non si tratta di un corpo estraneo. «Il neo commissario - si legge nel comunicato del ministero - è stato per molti anni consulente sui temi dell'economia, della cultura, interessandosi principalmente di organizzazione e sviluppo di differenti società operanti nei settori dei beni culturali». Sarà. Il Parlamento, tagliato fuori dalla decisione, lo aspetta con il fucile puntato. «La commissione - spiega ancora Marcucci - valuterà nella prima seduta utile il curriculum del manager, così come avevamo già assicurato al ministro Bray». Dal fronte dei teatri lirici, le prime reazioni sembrano invece positive. «Dobbiamo essere grati per questa scelta che accolgo con grandissimo favore - dice Francesco Bianchi, commissario della Fondazione del Maggio fiorentino - Era previsto dalla legge ed è pure un'ottima nomina. Pinelli ha le competenze per svolgere questo lavoro. Tecnicamente è molto preparato, sono convinto che potremo fare buone cose insieme, nel rispetto dei ruoli». Bravo, bravissimo. Ma pure Bianchi ammette che Pinelli con il mondo della lirica ha poco a che vedere. «Sì, è volto nuovo, è uno al di fuori dell'ambiente delle fondazioni. Questo però non è un difetto. Anzi, gli assicurerà imparzialità di giudizio». Novità pure per la Scala, che godrà di un emendamento ad hoc. «Tenerla insieme alle altre istituzioni sinfoniche è stato un errore», assicura Letta. Nel nostro Paese, aggiunge «con la cultura si deve mangiare».

Da qui l'idea di scegliere ogni anno «il progetto di una città che diventi la capitale italiana della cultura», in modo da «metterle in concorrenza e stimolare gli investimenti privati».

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