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L'addio di Casini al centrino: "Torno nel centrodestra, Il Terzo Polo? È Beppe Grillo"

Il leader dell'Udc dà l'addio al "sogno" centrista e torna nel centrodestra al fianco di Forza Italia e Ncd

Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini
Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini

Pier Ferdinando Casini dà l'addio al Terzo Polo e al "sogno" centrosta. L'esperienza con Mario Monti e Gianfranco Fini ha fallito. E il leader dell’Udc ha deciso di tornare sui suoi passi. "Per costruire il centro ho rischiato, ho rotto con Berlusconi e sono passato all’opposizione - ha raccontato - poi ho combattuto accanto a Monti, mettendoci la faccia da solo, mentre Berlusconi e Bersani, che pure governavano con noi, si sono defilati". In una intervista a Repubblica, Casini ha ammesso di essersi accorto, alle ultime elezioni, che il nostro Terzo polo era di fatto "evaporato". "Anzi - ha ammesso - l’aveva fatto Beppe Grillo".

Casini parla a Silvio Berlusconi e ad Angelino Alfano. L'obiettivo è riportare sotto un unico tetto i moderati. "A noi moderati - spiega - spetta il compito di lavorare sullo schema del Ppe con Ncd e Fi". L'esperienza del Terzo Polo è ormai finita. Secondo il leader dell'Udc, aveva senso portare avanti un centro alternativo al Pd di Bersani e al Pdl di Berlusconi "quando ancora si poteva immaginare uno schema tedesco, con socialisti, democristiani e liberali". Oggi il "centrino" è morto e sepolto. A suonarne il requiem sono stati gli stessi elettori che alle politiche gli hanno voltato le spalle. "La partita che stiamo giocando oggi è un’altra - ha continuato Casini - quella contro un populismo anti-europeo e anti-istituzionale, che mette a soqquadro il Parlamento e attacca in maniera dissennata il capo dello Stato". Secondo il leader dell'Udc, le forze responsabili - centrodestra e centrosinistra - sono chiamate a serrare le file: "Non servono a niente le battaglie di retroguardia. Al punto in cui siamo l’unico antidoto allo sfascismo è l’accordo fra Renzi e Berlusconi per fare la riforma elettorale, quella del Senato e del Titolo V".

Parlando della legge elettorale all'esame della Camera, Casini ha le idee chiare: "Io voterò un emendamento sulle preferenze, penso che ci sia ancora spazio per migliorare la legge elettorale, ma vada come vada: meglio l’Italicum che continuare così". Su Renzi aggiunge: "Può sembrare uno smargiassone e io stesso non gli ho risparmiato critiche, ma non voglio mettergli i bastoni tra le ruote". Sul piano europeo, infine, il leader dell'Udc lavora alla costruzione di un Ppe italiano che sarà "con Alfano ovviamente. Ma da Toti a Fitto, insieme a slogan del passato, ho sentito anche cose sensate".

Certo, dichiara, con Berlusconi, "le divaricazioni drammatiche che ci sono state non possono essere ricomposte con una battuta ma con un dibattito politico serio".

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