Politica

Lagarde difende Draghi "Ha evitato la catastrofe"

Ma l'ipotesi di una bocciatura dello scudo antispread fa di nuovo cadere i mercati

Christine Lagarde, direttrice del Fmi
Christine Lagarde, direttrice del Fmi

Il «processo all'euro» davanti all'Alta corte tedesca entra nel vivo, e in soccorso di Mario Draghi arrivano Christine Lagarde (nella foto) e Martin Schulz. Lo scudo antispread della Bce, il cosiddetto Omt, è stato «un punto di svolta e ha evitato una catastrofe, aiutando la politica monetaria ad esser di nuovo effettiva», dichiara la numero uno del Fmi: altrimenti «oggi ci sarebbero stagnazione, più disoccupazione e tensione sociale». E avverte: «Un'uscita prematura dalle misure straordinarie porterebbe per i Paesi sovraindebitati nuovi rischi di uscire dall'euro». Le fa eco il presidente del Parlamento europeo: «Draghi ha agito in modo logico e a difesa della moneta unica». Ma non basta a tranquillizzare le Borse europee, che chiudono tutte in negativo: Francoforte ha perso lo 0,96%, Parigi lo 0,44%, Londra lo 0,64%. Maglia nera a Milano (-1,61%), appesantita dalle vendite dei titoli bancari provocate dalla tensione sui titoli di Stato: lo spread Btp-Bund è risalito a 281 punti.

Gli investitori temono che un giudizio negativo della Corte di Karlsruhe sul piano dell'Eurotower comprometta quello che è ampiamente ritenuto il principale fattore alla base dell'attenuazione della crisi dell'area euro nei mesi passati, cioè il flusso di liquidità riversato sui mercati dalle banche centrali. Proprio per questo Lagarde e Schulz hanno gettato sulla bilancia della giustizia tedesca tutto il loro peso politico, e non è certo una mossa superflua, visto che a Karlsruhe la Bce sta giocando «una partita fuori casa», come ha ammesso uno dei suoi rappresentanti. Prima che accusatore e difensore del piano ideato da Draghi, Jens Weidmann e Joerg Asmussen (nella foto) sono soprattutto i due rappresentanti tedeschi nel direttorio dell'Eurotower: non a caso sono entrati nella sala fianco a fianco, chiacchierando fitto fitto per tutta la mattinata. Poi, ognuno è tornato a interpretare il suo ruolo: il presidente della Bundesbank ha puntato il dito contro l'assenza di limitazioni al programma di possibili acquisti di bond, Asmussen ha ribadito che lo scudo dell'Omt serve a garantire la stabilità dell'euro e non a salvare i Paesi dalla bancarotta.

Il «processo alla Bce» richiederà comunque diversi mesi: il verdetto della Corte costituzionale non è atteso prima di settembre. Una bocciatura del piano è finora ritenuta poco probabile: resta il fatto che, secondo i sondaggi, la maggioranza relativa dei tedeschi, il 48%, vorrebbe che la Corte di Karlsruhe fermasse le misure straordinarie della Bce, mentre solo il 31% riterrebbe sbagliate le ragioni dei ricorrenti. E certo non incoraggiano all'ottimismo i giudizi fin troppo cauti del presidente di sezione, il giudice Andreas Vosskuhle, che già dall'inizio delle audizioni ha detto chiaramente che «il successo del programma non ha alcun peso nel giudizio sulla sua costituzionalità».

Smontando così uno degli argomenti a difesa sostenuti da Asmussen - ma soprattutto, in passato, dallo stesso Draghi -, cioè l'efficacia del piano Omt nel placare le tensioni dei mercati nei mesi passati.

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