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L'agonia delle partite Iva: "Sfruttati come bancomat e scaricati dall'esecutivo"

L'allarme del presidente di Acta: "Il governo si ricorda di noi solo quando deve far cassa. Ma di aiuti nemmeno l'ombra..."

L'agonia delle partite Iva:  "Sfruttati come bancomat  e scaricati dall'esecutivo"

Roma - «Ci trattano da bancomat ma il bancomat s'è rotto. Si ricordano di noi solo quando hanno bisogno di soldi ma i soldi sono finiti. Fi-ni-ti». Anna Soru è la presidente di Acta, associazione consulenti terziario avanzato. In pratica rappresenta un milione e 700 mila freelance. Ce l'ha con lo Stato che non solo non li prende mai in considerazione; ma li vessa e continua a farlo. E ce l'ha pure con Renzi che li ha clamorosamente dimenticati.

Dottoressa Soru, il piano del premier non la convince affatto?

«Certo che no. Il governo dà un aiutino ai lavoratori dipendenti ma, come sempre, si dimentica di quelli autonomi».

Chi rappresentate?

«Informatici, designer, pubblicitari, grafici. Piccoli lavoratori che sentono al pari degli altri la crisi. Anzi, di più».

Perché di più?

«Perché gli autonomi non hanno le tutele che hanno i dipendenti. A parità di reddito, poniamo mille euro al mese, se il dipendente si ammala riceve lo stipendio; l'autonomo no. Il dipendente ha il welfare, l'autonomo no. Ma c'è di più».

Prego.

«Prendiamo un dipendente con un reddito lordo di 25.000 euro annui, limite individuato per le nuove detrazioni dal governo: Il costo del lavoro a carico dell'azienda, noi la sopportiamo sulle nostre spalle».

E pure i contributi Inps?

«Peggio. Noi paghiamo molto più dei dipendenti e il nostro attivo di gestione viene utilizzato dall'Inps per pagare le pensioni degli altri. Lo Stato si ricorda di noi solo quando deve far cassa per aiutare gli altri».

In che senso?

«Con le nostre risorse lo Stato ha finanziato la riduzione dello scalone di Maroni, gli incentivi dell'apprendistato e pure l'Aspi, sussidio di disoccupazione introdotto da Monti».

Ricchezza prodotta da voi e dirottata su altri?

«Esatto. Il governo deve capire che la crisi la sentiamo anche noi; non solo i lavoratori dipendenti».

Però il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti ha appena detto che vorrà estendere le detrazioni fiscali anche agli autonomi. Si fida?

«Per nulla perché ha parlato solo di monocommittenti, ossia gli autonomi che lavorano per una sola azienda».

Il problema è che la coperta è corta: non ci sono soldi. Il piano detrazioni, solo per i dipendenti, vale 10 miliardi. Dove li prenderebbe i soldi se fossi in Renzi?

«Capisco il problema. Ma se si interviene si deve intervenire per tutti: o aumentando le tutele o riducendo la pressione fiscale».

In concreto cosa chiedete?

«Un segnale. Per esempio il blocco dell'aumento al 33% dei contributi per la gestione separata dell'Inps che dovrebbe scattare nel 2015».

Insomma, il governo vi tratta a pesci in faccia. Forse perché pensa, come la Camusso, che è tra gli autonomi che ci sono gli evasori.

«Cliché da sfatare! Una parte di evasione c'è. Ma chi lavora per le imprese non può evadere».

Lavorate anche per la pubblica amministrazione che non paga...

«Peggio. Subiamo il taglio delle commesse della Pa. Con la crisi i primi a saltare siamo noi.

Non i dipendenti».

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