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"Lascio Italexit". L'annuncio di Paragone

A dare ancora più forza alla sua decisione, il giornalista ha aggiunto che il partito non potrà più avvalersi del suo nome e cognome per le proprie attività e nelle rilevazioni sondaggistiche

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Ha scritto una lettera accorata indirizzata agli iscritti e agli elettori per motivare la sua decisione di lasciare il partito che ha fondato tre anni fa. Gianluigi Paragone si è dimesso da segretario del movimento Italexit per l'Italia e non ha nessuna intenzione di ritornare sui propri passi. La missiva è stata pubblicata sul sito ufficiale del gruppo politico. "Carissimi elettori, tesserati e simpatizzanti di Italexit per l'Italia, la mia segreteria termina qui. Ho rassegnato le mie dimissioni irrevocabili", ha scritto Paragone, fugando ogni dubbio anche tra gli scettici che non credevano potesse essere capace di un gesto del genere. A dare ancora più forza alla sua decisione, il giornalista ha aggiunto che il partito non potrà più avvalersi del suo nome e cognome per le proprie attività e nelle rilevazioni sondaggistiche.

I motivi delle dimissioni

"Non c'è una sola ragione che può motivare una scelta così radicale", ha spiegato Paragone. "Ci si arriva perché il tempo fa maturare alcune idee e alcuni pensieri. Intanto avevo sempre detto che non sarei rimasto segretario a lungo: è giusto che altre persone si carichino l'impegno di elaborare, con rinnovato entusiasmo, tesi politiche. Penso che sia arrivato questo tempo: energie nuove per sfide da rilanciare a tempo pieno". L'ex segretario di Italexit per l'Italia ha poi ringraziato tutti i suoi collaboratori e chi, con critiche costruttive, ha contribuito alla proposta politica del partito. Ha sottolineato come, secondo la sua visione, la mancata ratifica del Mes da parte dell'attuale maggioranza abbia "ridotto lo spazio politico", anche se "la radicalità della nostra proposta va ben oltre il Mes. Ma l'essersi posizionati con fermezza su quel fronte consente all'attuale maggioranza (specie a Fratelli d'Italia e Lega, ndr) di godere di un bonus di fiducia e soprattutto di una posizione politica di negoziazione che renderà la vita difficile a chi si è arreso da tempo alle logiche di Bruxelles".

Cosa farà adesso Paragone

Paragone ha anticipato che tornerà a svolgere la professione di giornalista. "Continuerò a elaborare il mio pensiero - ha continuato - nelle vesti che mi sono più proprie, ossia quelle giornalistiche e di saggista. Avendo accresciuto il mio impegno professionale (com'era normale che fosse non volendo campare di politica), non intendo generare confusione nell'elettore, nel telespettatore e nel lettore laddove guardandomi o leggendomi possa pensare: parla il politico o il giornalista?". Per questo Paragone ha scelto di tranciare in maniera netta il suo rapporto con il partito. Il giornalista ha dato mandato affinché sul sito scompaiano i suoi riferimenti personali così da non generare confusione. In più ha chiesto alle società di sondaggio di eliminare il suo cognome dalle attività del partito. "Sono stati anni di intense battaglie, che rifarei tutte", ha evidenziato Paragone, che poi ha continuato: "Per questo le tengo nella mia memoria e nel mio cuore. Grazie a tutti coloro che ci hanno dato fiducia e sostegno. A tutti auguro buona strada".

Un centrodestra diverso

"Siamo nati come partito del dissenso, sull'onda euroscettica e delle proteste contro il Green pass. Ora quello spazio nel centrodestra non c'è più". Così, poi, Paragone ha spiegato in un'intervista a La Stampa il motivo per cui ha dato le sue dimissioni da segretario di Italexit. "Quando si esce dal Parlamento diventa una scelta - ha proseguito -. Era una sfida impossibile: un partito nuovo che si reggeva sulle mie spalle. Eppure da soli siamo arrivati al 2%. Ora scrivo su Libero e il Tempo, ho fatto un libro". La decisione al partito Paragone l'ha comunicata venerdì sera, in direzione. "Online, perché non possiamo pagare il viaggio a tutti - ha concluso -. Senza soldi non si cantano messe. E poi alla vigilia delle elezioni europee questa maggioranza ha votato contro il Mes, qualcosa di simbolico. Una decisione pesantissima, un atto ostile nei confronti dell'Europa. Devo riconoscere un grande coraggio a FdI e alle Lega".

Infine, su una possibile candidatura alle europee ha precisato che "a prescindere dai sondaggi e delle proposte che mi fanno, ho già scelto di non candidarmi".

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