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Letta al Colle lunedì: "In Aula dopo le primarie Pd"

Il premier ostenta sicurezza, ma il governo traballa: "Chiederemo al parlamento una nuova fiducia". Confermata (per ora) la squadra di governo

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Enrico Letta
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Enrico Letta

Lunedì pomeriggio il premier Enrico Letta salirà al Quirinale, dopo il vertice bilaterale con Israele, per verificare con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano i diversi passaggi. Ieri sera la delegazione di Forza Italia ha chiesto al capo dello Stato di aprire una crisi formale dopo la fuoriuscita dalla maggioranza. Smentendo lo stesso presidente del Consiglio, il Colle ha invitato Letta a verificare di avere i numeri in entrambe le Camere. "Chiederemo al parlamento una nuova fiducia e certificheremo i numeri già evidenziati al Senato con la legge di Stabilità che segna già un perimetro di maggioranza", ha spiegato Letta che, da Vilnius, ha annunciato che la verifica si terrà sicuramente dopo le primarie del Pd.

L'esecutivo dovrà confermare di avere i numeri per governare in Aula. Il pressing di Forza Italia su Napolitano ha sortito i suoi effetti. Perché il governo possa andare avanti deve dimostrare di avere la fiducia di entrambe le Camere, non bastano quei sei voti di scarto incassati a Palazzo Madama con il passaggio sulla legge di Stabilità. "Con la nuova fiducia ci sarà una messa a punto dell’agenda per il 2014, che dovrà essere precisata visto il cambio dei confini della maggioranza con l’uscita di FI e di Berlusconi. Dovremo discutere e capire, rispetto a ciò che mettemmo a punto con la fiducia di aprile, su quali punti spingere di più". Letta ostenta ottimismo e guarda al passaggio parlamentare che, spiega, si terrà comunue dopo le primarie piddì dell'8 dicembre con la sicurezza di chi ha i numeri giusti per andare avanti. È un ottimismo di facciata perché, dopo il passaggio di Forza Italia all'opposizione, le larghe intese sono di fatto collassate e il governo non può più godere di una maggioranza solido che lo sostenga. Nel futuro del governo ci sono sicuramente le riforme, ancora tutte da studiare e da presentare al parlamento. "Sono stati fatti passi in avanti ma cambiare la Costituione - osserva - è complesso vista la rigidità del sistema istituzionale italiano". Quello delle riforme è sicuramente un capitolo sul quale Letta intende spingere, ma che troverà ostacoli non da poco che potrebbero fa traballare la sua poltrona. A partire dalla riforma della legge elettorale, sulla quale il sindaco di Firenze Matteo Renzi (con buone probabilità futurto segretario del Pd) ha già promesso una dura battaglia.

"La squadra del Consiglio dei ministri è una squadra che funziona e voglio continuare a lavorare con quella", ha assicurato (almeno per il momento) Letta escludendo ogni ipotesi di rimpasto. Da Vilnius, tuttavia, si è lasciato sfuggire una battuta sulle dimissioni dei sottosegretari e viceministri di Forza Italia: "Stanno arrivando con il contagocce. Non c’è una valanga...". Così, prosegue giocando sulle corde dell’ironia, solo quando, tornato a Roma, potrà controllare "sulla posta elettronica le lettere di dimissioni che sono arrivate".

In base a queste, ha concluso, "decideremo le sostituzioni necessarie".

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