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L'inciucio sinistra-Monti: è già un tutti contro tutti

La questione delle alleanze è sfuggita di mano a Bersani che adesso è tra due fuochi. Vendola: "Vuole rompere? Si assuma la responsabilità". Il premier: "Faccia delle scelte"

L'inciucio sinistra-Monti: è già un tutti contro tutti

Roma - «Voglio evitare che il centrosinistra si suicidi», è l'auspicio di Nichi Vendola. Vaste programme, avrebbe detto De Gaulle.
Di certo, come ammettono gli interlocutori interni al Pd che ieri hanno avuto modo di parlare con Pier Luigi Bersani, la questione delle alleanze è «un po' sfuggita di mano», e i contraccolpi dell'apertura a Mario Monti stanno causando una vistosa sbandata alla campagna elettorale del Pd. Con quali esiti sull'elettorato, è ancora difficile valutarlo. I più ottimisti pensano che tutt'al più provocherà «uno spostamento di consensi moderati da Monti a noi», come dice un esponente della segreteria Pd.

I più pessimisti si mettono le mani nei capelli: «Se andiamo avanti così non avremo i numeri alla Camera, altro che al Senato», geme - tra il serio e il faceto - un dirigente Pd in predicato per un posto autorevole al governo. Che spiega così l'accaduto: «Bersani voleva rispondere alle richieste di appeasement e di comune battaglia contro Berlusconi arrivate da Monti, ma soprattutto cercava di rassicurare l'Unione europea e acquisire crediti con la Cancelliera Merkel, ancora molto diffidente nei nostri confronti. Ma si è fatto prendere la mano dall'aria tedesca e non si è reso conto di come la cosa sarebbe rimbalzata qui da noi». Come sia rimbalzata lo sintetizzava efficacemente ieri l'ex Pd Francesco Rutelli: «Un boomerang pesantissimo: un accordo nascosto, smentito - ma che tutti intuiscono! - e che alimenta ineluttabilmente i consensi al Pdl, a Grillo, a Ingroia». Togliendoli da un lato a Monti, dall'altro a Vendola e in mezzo al Pd.

Ieri tutti i protagonisti si son resi conto del boomerang, e sono corsi ai ripari cercando di ridimensionare, smentire, sfumare. «Non c'è nessun patto con il Pd», taglia corto Casini. «È stata data un po' più di enfasi, forse per il timing, a parole che ripeto sempre», puntualizza Bersani che, in serata, intervistato dal Tg5 ribadisce nuovamente il concetto: «Con Vendola abbiamo un patto chiarissimo e nessuno pensa di poterlo rompere. Monti ministro? Ma non esiste...».. «Immagino che se Bersani è interessato, come ha dichiarato, a una collaborazione con le forze che rappresento dovrà fare delle scelte all'interno del suo polo», avverte Monti. «Spero che Bersani non si voglia assumere la responsabilità di rompere l'alleanza del centrosinistra», avverte Vendola.

Il problema principale è appunto Sel: non tanto perché Vendola (che è un politico accorto e che vuole fortissimamente portare il suo partito al governo e all'unificazione col Pd) non sappia che la collaborazione post-elettorale coi centristi sarà probabilmente inevitabile, e non sia pronto ad accettarla, a suo tempo. Quanto perché annunciarla ora sarebbe - appunto - un suicidio. Gli emissari di Bersani che ci hanno parlato ieri lo hanno trovato su tutte le furie: «Ma vi rendete conto che così avete offerto un'autostrada ad Ingroia per cannibalizzarci a sinistra? Così ci facciamo male sul serio!». E sono proprio i consensi in fuga da Sel ad allarmare il Nazareno, per i riflessi negativi che potrebbero avere su tutta la coalizione, erodendo ulteriormente i numeri al Senato. Insieme al timore, come rivelava ieri il sito Il Retroscena, ben informato sugli umori Pd, dell'«onda lunga dello scandalo Mps», sul quale «la grancassa mediatica potrebbe rinfocolarsi proprio a ridosso del turno elettorale».

D'altronde anche in casa montiana si guarda con gran preccupazione al possibile «effetto boomerang»: la coalizione centrista non decolla nei sondaggi, e non accenna a sfondare quella quota 15% che potrebbe fare la differenza tra diventare l'ago della bilancia o essere condannati all'irrilevanza.
E la prospettiva di un patto di governo con Pd, Sel e Cgil può mettere in fuga i moderati.

Chi non si fa spaventare dai boomerang è D'Alema, che ieri, ad un appuntamento elettorale in Puglia, ha ribadito: «È evidente che in Europa vogliono un'alleanza tra noi e Monti».

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