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"Lingue retrattili". Travaglio sferza i sostenitori della Schlein

Il direttore del Fatto si scaglia contro gli "ammiratori" della Schlein e la stampa di sinistra: "I giornaloni che per tre mesi l'avevano pompata, già la scaricano col classico calcio dell'asino"

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Una sconfitta elettorale. Tanto è bastato ai giornali progressisti per passare dal “miracolo” Schlein, paladina della nuova sinistra, alla segretaria in eterna difficoltà, scarna nei contenuti e debole nella leadership. Il vento della stampa di sinistra, lo abbiamo visto più volte, può cambiare da un momento all’altro. I giornaloni che per tre mesi hanno enfatizzato e teorizzato “l’effetto Schlein”, che tra l’altro stiamo ancora cercando, sono gli stessi che ora abbandonano la segretaria. Il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, prova a mettere in fila tutte le giravolte pirotecniche dei commentatori pro-Schlein. Il risultato, come spesso accade, è impietoso.

Il commento di Travaglio

L’editoriale di Marco Travaglio, pubblicato questa mattina sul giornale che lui stesso dirige, non è che una semplice fotografia di una parte del giornalismo italiano. Nè più nè meno. Il direttore, senza tanti giri di parole, segnala tutte le contraddizioni di gran parte della stampa di sinistra nei confronti di Elly Schlein e del nuovo corso dem. Dal Corriere della Sera a La Stampa, passando per La Repubblica, gli esempi che vanno in questa direzione abbondano. Nel mirino di Travaglio finiscono tutti i commentatori che pre tre lunghi mesi avevano pompato Elly Schlein “come un incrocio fra Dolores Ibarruri, Indira Gandhi e Golda Meir” e che ora, con sprezzo del ridicolo, la scaricano, dice Travaglio, "col classico calcio dell'asino",

Il titolo del commento è autoesplicativo: Lingue retrattili”. Il corpo del testo è ancora più esplicito.“Il Corriere – comincia Travaglio – celebrava ‘I magnifici 5 della squadra Schlein’ e ‘Le strade nuove di Elly’. Repubblica non era da meno: “Schlein conquista il congresso Cgil”, “Effetto Schlein: 4 mila iscritti in un giorno”. E ancora: “Squadra dei millennial: da Furfaro e Braga a Di Biase”. Ma Schlein faceva breccia anche in Europa: “Elly tesse la tela europea: Sanchez, Costa, Marin e gli altri”. “Il primo e il terzo – ricorda Travaglio – prematuramente scomparsi”. Concita de Gregorio, ovviamente, rientra nell’elenco del direttore con un titolo roboante:“La donna nuova che spinge Giorgia nel secolo scorso”. La Stampa e i il suo direttore, Massimo Giannini, non potevano mancare all’appello.“La Stampa – spiega Travaglio – era tutta un’Offensiva Schlein, Schlein a valanga, persino la Primavera Schlein”.

Schlein sotto accusa

Ancora più impressionante è il cambio di tono adottato dagli stessi giornali il giorno dopo la débâcle elettorale. “Ora le lingue retrattili dei maestri cantori – attacca Travaglio – la degradano a pippa lessa” Il Corriere della Sera titolava: “Stavolta la sfida non si è nemmeno giocata”. La Repubblica intonava: “Una leadership che non incide e non comunica alla maggioranza degli italiani, ma solo all’arcipelago delle minoranze”. La Stampa chiudeva il cerchio: “Serviva un progetto e quel progetto non c’è”.

Il trattamento di certa stampa si può sovrapporre con quello usato all’interno del Nazareno. Gli esponenti dem, prima adoranti, ora attaccano Elly Schlein e le sue scelte. La lista degli odiatori interni è lunga. Dal presidente della puglia, Michele Emiliano, al sindaco di Milano, Beppe Sala, fino al sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Dal silenzio di Stefano Bonaccini, governatore emiliano agli attacchi dell’ex candidato alla segreteria Gianni Cuperlo.

Il titolo di apertura del quotidiano Italia Oggi riassume perfettamente la situazione: “Il Pd spara contro la Schlein”.

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