Politica

L'ipocrita Casaleggio: il guru dei No Tav viaggia in Frecciarossa

Il santone dei grillini da Milano a Roma in business class. Ma nel programma del movimento c'è lo stop all'alta velocità

Gianroberto Casaleggio viaggia in Frecciarossa
Gianroberto Casaleggio viaggia in Frecciarossa

Seduto sulla poltrona numero 7 della carrozza Business, sul Frecciarossa AV (Alta velocità) di Trenitalia, un signore boccoluto con l'aria da maestro Sufi è intento a leggere. Sfoglia un giornale, mentre il treno sfreccia a 300 km/h sulla Tav che buca gli Appennini e solca le valli per portare i passeggeri business class da Milano a Roma in 2 ore e 50, veloce come un aereo. Forse il passeggero Roberto Casaleggio, cofondatore insieme a Grillo del M5S, ripassa, in attesa dell'ultimo megacomizio elettorale a Roma in Piazza San Giovanni, quel punto nel programma Cinque Stelle dove è scritto chiaro e tondo – insieme alla «decrescita felice», meno ore di lavoro, meno frenesia, meno chilometri orari, più felicità - l'impegno preso dai futuri parlamentari grillini: «Blocco immediato della Tav in Val di Susa», e al posto dei treni ad alta velocità «sviluppo delle tratte ferroviarie legate al pendolarismo», cioè i treni a bassa velocità, quelli che Casaleggio sul Frecciarossa sta superando con 200km/h di scarto. O forse, per prepararsi al raduno più importante, nella Roma dei palazzi da «aprire come scatolette di tonno», ripassa il libro di Beppe Grillo, Alta voracità, dove si raccontano la verità sulle «grandi opere» che si stanno «mangiando il Paese», «dalla Tav in Val di Susa fino al ponte sullo stretto di Messina, passando per le spiagge devastate della Sardegna e l'incubo della Salerno-Reggio Calabria, si trivella in mare per un petrolio che non c'è, ci si toglie l'aria con gli inceneritori, si bucano le montagne per treni che non passeranno». Riflessioni peraltro già svolte da Grillo sul blog, fin dal 2005 (perché sul no Tav si è costruito buona parte del successo del movimento di Grillo-Casaleggio): «La Tav è una montagna di merda» (blog, 29 febbraio 2012), «è un'opera inutile, anche un imbecille, se informato, lo capirebbe. Un Paese con le pezze al culo che ci spreme come limoni butta nel cesso 22 miliardi per un buco inutile. A cosa serve? A far viaggiare a 160 chilometri all'ora una mozzarella!». Insieme alla mozzarella, viaggia anche Casaleggio. Concetti ribaditi da lui stesso nel suo Siamo in guerra, altro saggio di politica 2.0 scritto insieme al leader Cinque Stelle.
Certo, e che diamine, mica poteva scendere da Milano a Roma a cavallo, o a dorso di mulo, per essere coerente col programma slow Cinque stelle. Ma che diamine, proprio sulla esecrata Tav, proprio a due giorni dal voto, proprio lui che è un esperto di comunicazione, e ci casca così dandosi in pasto alla stampa di regime? E quando dovrà andare a Parigi, per spiegare il miracolo del successo del M5S ai giornalisti di Le Monde e France 1-2-3, cosa prenderà, la Torino-Lione che passa in Val Di Susa, da dove provengono molti attivisti No Tav in Val di Susa candidati M5S? Come guru della comunicazione, dopo una mossa da pivello come questa, forse va rivalutato. Scendere a Roma con un intercity, o con un'auto elettrica, o almeno un'ibrida, o col camper dello Tsunami Tour, no? Meglio che sulla Tav, sono gaffe (veniali, certo) che nemmeno Oscar Giannino avrebbe rischiato in chiusura di campagna elettorale.
E pensare che Gianroberto Casaleggio, per quanto parco di interviste, da quel poco che ha dichiarato va senz'altro annoverato tra i No Tav. A Vanity Fair spiegò in che modo, in un futuro per lui già visibile, la politica sopravviverà all'estinzione dei partiti: «La politica verrà fatta dai cittadini stessi: potranno decidere tutto, dalle strisce pedonali sotto casa alle misure contenute nella Finanziaria, e si organizzeranno ancora di più in movimenti, come i No dal Molin, i No Ponte, i No Tav».
La cosa strana, per un guru, è che sul treno sì Tav Milano-Roma, Casaleggio si è lasciato andare a considerazioni interessanti e ben udibili, insieme al suo assistente o collaboratore o amico, non sappiamo, seduto davanti a lui. Peccato che, a mezzo metro, ascoltasse tutto una professionista trentenne. Che ci racconta quanto segue e che riportiamo testualmente: «L'ho sentito parlare di soldi. E ad un certo punto si è fatto i conti di quanti euro avrebbero fatto con 8 milioni di voti. Si lamentava che, fatti i calcoli, ogni voto valeva solo 5 centesimi. Non ce l'ho fatta e gli ho detto: “Che tristezza”. Pensava che io non sapessi chi fosse. È rimasto in silenzio. Poi, prima di scendere dal treno, ho preso 5 centesimi. E glieli ho dati. Dicendogli che erano i 5 centesimi del mio voto che non avrebbero avuto. Mi ha detto grazie!».
Gira voce che anche Grillo sia venuto a Roma con la Tav.

Ma il comico non si vede, e comunque è arrivato prima di Casaleggio, ancora più veloce di lui. Che sia arrivato a bordo di un F-35?

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