Cronache

L'ultima trovata del governo: liberi criminali come Kabobo

I giudici contro la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari: "Fuori soggetti pericolosi". Il sottosegretario Ferri: stop allarmismi

L'ultima trovata del governo: liberi criminali come Kabobo

Ricordate Kabobo, il ghanese che a maggio dello scorso anno, a Milano, uccise a picconate tre passanti, «rei» solo di essersi trovati lungo il suo cammino? Oppure Oleg Fedchenko, il pugile che nel 2010, ancora a Milano, massacrò a pugni la prima donna che incontrò per strada, una mamma filippina di 41 anni? Persone malate, certo. E infatti nei processi è stata loro riconosciuta l'infermità mentale. Persone pericolose, però. Persone pericolose che, con la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari rischiano di tornare in libertà. Un codicillo, introdotto al Senato nella legge per il superamento degli Opg, dispone infatti che il ricovero nelle Rems - le Residenze di esecuzione della misura di sicurezza - non possa essere più lungo della pena detentiva prevista per il reato commesso. Il che significa che soggetti pericolosi alla Kabobo torneranno in libertà, restando per di più senza cure. Con tutto quello che questo comporta per la sicurezza.

L'allarme non arriva dai soliti catastrofisti. A lanciarlo, infatti, è un giudice di Roma, Paola Di Nicola, candidata alle primarie dell'Anm per Magistratura democratica e Movimento per la giustizia, le correnti di sinistra delle toghe. Insomma, un'addetta ai lavori. La Di Nicola, partendo da un caso che sta trattando, ha inviato una nota all'Anm per segnalare cosa comporta il nuovo obbligo per i giudici: «Siamo tenuti – scrive – a revocare le misure di sicurezza per internati pericolosi che abbiano superato il limite massimo della pena edittale, senza che ci sia nessuno che se ne faccia carico in concreto. Nel caso che sto trattando – spiega – l'imputato, in Opg dal 2009, è stato ritenuto dal perito ad alta pericolosità sociale, specialmente per i destinatari dei suoi deliri persecutori, ma poiché i reati contestatigli nel mio processo prevedono una pena massima di tre anni di reclusione, in applicazione della sopra citata disposizione (il comma 1 quater introdotto al Senato nell'articolo 1 del Dl 52, la norma che supera gli Opg) devo liberarlo. Da quello che ho potuto constatare – prosegue la nota – l'approvazione della citata norma non è stata preceduta dalla necessaria predisposizione di misure sanitarie, sociali e giudiziarie, capaci di contenere, senza conseguenze pregiudizievoli per gli interessati e per la collettività, l'uscita contemporanea in tutta Italia di numerosi soggetti in condizioni di pericolosità analoghe».

L'Anm raccoglie l'allarme, invitando a evitare forzature sulla pericolosità. Ma il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, minimizza: «Sugli Opg non bisogna fare allarmismo: gli internati non saranno abbandonati, ma verranno affidati a delle strutture sanitarie idonee e il giudice potrà applicare misure di sicurezza non detentive come la libertà vigilata, per cui questi soggetti resteranno controllati. Mi dispiace che ad aver lanciato l'allarme sia stato un magistrato».

Tuona la Lega: «Condividiamo la preoccupazione dei giudici – dice il deputato Marco Rondini– con la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari finiranno in libertà centinaia di nuovi Kabobo».

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