Interni

L'ultimo schiaffo a Dell'Utri: coi boss nel carcere di Riina

Ascolta ora: "L'ultimo schiaffo a Dell'Utri: coi boss nel carcere di Riina"

L'ultimo schiaffo a Dell'Utri: coi boss nel carcere di Riina

00:00 / 00:00
100 %

nostro inviato a Parma

Nello stesso carcere di Toto Riina. Già, proprio nello stesso carcere di Totò 'u curtu, il gran comandante di Cosa Nostra. Non proprio nella stessa «stanza», ma molto, molto vicino. Solo che lui non è il capo della mafia. Lui, sembrerà forse strano a chi, giustamente, non è avvezzo a discettare di 41 bis, il carcere duro, è semplicemente l'ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell'Utri. Che ieri, scortato da due auto della polizia penitenziaria, a velocità sostenuta, alle 15 e 44 minuti è entrato, in ambulanza, nel carcere di Parma. Sito in Strada della Burla, da cui, di conseguenza, il penitenziario ha preso il nome. Naturalmente, absit iniuria verbis.
L'ex senatore di Forza Italia ha scelto lui, alla fine, di essere destinato a Parma, a causa delle sue condizioni di salute. Detto questo ricostruiamo le lunghe 36 ore di Dell'Utri, estradato, dunque, dal Libano dove si trovava, è giunto, alle 6.45 all'aeroporto di Fiumicino con il volo AZ 827, proveniente da Beirut. Nel viaggio è stato accompagnato da agenti dell'Interpol, mentre a bordo dello stesso aereo ha viaggiato anche sua figlia Chiara che portava, per mimetizzarsi un poco, una sorta di turbante e anche un velo verde per coprirsi. Chiara, seppur seduta lontano dal padre, in un altro posto del velivolo, ha cercato di parlare più volte, anche solo a gesti, in qualche modo, con lui. Si è alzata spesso, gli ha sussurrato qualche parola di conforto e di affetto, e poi è ritornata al proprio posto, in fondo all'aereo, accontentandosi anche di pochi cenni da parte del padre. «Quei cenni con cui mi ha risposto - ha riferito poi Chiara - mi sono parsi saluti. Semplici saluti, nulla di più». Dell'Utri è apparso abbastanza provato, ma ha camminato senza particolari problemi nel breve percorso che ha compiuto all'interno dell'aeroporto. Soltanto un paio di immagini «rubate» sono rimbalzate in rete per documentare il suo arrivo. Quindi, una volta a terra, Dell'Utri è stato preso in consegna da funzionari e da agenti della Polizia di frontiera e accompagnato negli uffici della Polaria per le incombenze di rito: dalla foto segnaletica alla notifica dell'ordine di arresto emesso il 7 Aprile dalla Corte d'appello di Palermo dopo la condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; fino alla conferma della sentenza in Cassazione. L'ex senatore è stato poi affidato alla Polizia penitenziaria per il trasferimento in ambulanza al carcere di Parma e ha lasciato l'aeroporto di Fiumicino alle 10.40, dopo quasi 4 ore dall'arrivo da Beirut. Oltre alla notifica dell'ordine d'arresto, gli agenti hanno provveduto anche alla perquisizione personale e del bagaglio di Dell'Utri. Trovata e sequestrata una «consistente somma» di denaro, che si aggirerebbe, attorno ai 25mila euro. Sono stati sequestrati anche telefoni cellulari, due carte di credito, documentazione personale dell'ex senatore e alcune agende. Appena entrato nel carcere della Burla, Marcello Dell'Utri è stato trasferito nel Cdt (il Centro diagnostico terapeutico ospitato nella struttura medica interna al carcere). La struttura è di importanza regionale, vi vengono ricoverati i detenuti affetti da patologie gravi provenienti da tutta la regione, e talvolta anche dal resto d'Italia. Ma non è solo Totò Riina il nome eccellente del carcere di Parma. Nello stesso reparto, in un recente passato, era stato infatti ospitato, pensate un po', anche l'altro temuto boss mafioso, Bernardo Provenzano, poi trasferito a Opera nel Milanese. In realtà, sono due, nel penitenziario i Cdt, dotati di 12 e 18 posti (per i detenuti al 41 bis e per gli altri reclusi comuni). Per questo la struttura carceraria di Parma è stata considerata la più adatta a rispondere alle esigenze mediche di Dell'Utri, convalescente dopo un intervento al cuore. Nel poliambulatorio del penitenziario è possibile, infatti, eseguire esami doppler, radiografie, fisioterapia, odontoiatria, oculistica e vi è anche una piccola sala chirurgica. A dirigere il carcere di Parma, aperto nel 1990, è la dottoressa Anna Albano. Il numero dei detenuti è di 640 contro una capienza regolamentare di 350. Di questi, 254 sono stranieri, 110 tossicodipendenti e 56 detenuti in regime di 41 bis. E le celle? Non sono propriamente delle piazze. Vanno infatti tra i 9 e gli 11 metri quadrati.

In altre parole non è che l'ex senatore, una volta rimessosi, potrà fare qui grandi salti di gioia.

Commenti