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Il mago dei loghi azzurri: "Ecco perché Forza Italia parla ancora alla gente"

Il designer Priori lavora per il Cav da 20 anni: il biscione di Canale 5 è suo. E su Fi dice: "Simbolo semplice e attuale. Non come quello Pdl"

Il mago dei loghi azzurri: "Ecco perché Forza Italia parla ancora alla gente"

Roma - «Il logo di Forza Italia parla agli elettori, quello del Pdl non ha mai avuto la stessa forza». I bozzetti, le prove grafiche, i richiami simbolici, gli slogan. I dubbi, le paure, le certezze che segnarono il cammino verso il disegno finale. E la scelta del nome, incitamento sportivo ma anche invito alla unità e all'azione positiva, diverso da tutti i partiti italiani.
Cesare Priori, per lungo tempo legato a Silvio Berlusconi come direttore creativo di Fininvest e Mediaset (è suo il disegno del Biscione di Canale5), oggi libero professionista, solitamente schivo, si racconta in una lunga intervista a Gabriele Maestri, giornalista, curatore del libro/blog I simboli della discordia e caporedattore di Termometropolitico.it. Una riflessione che unisce passato e presente e cuce in un'unica trama la primavera liberista del '94, le speranze e l'incoscienza di quel periodo, con l'invito a rimettersi in moto e recuperare l'entusiasmo delle origini, rilanciato in questi giorni dal fondatore.
«Quando Berlusconi mi chiese di disegnare il simbolo per un movimento politico pensai subito, conoscendo il personaggio, a qualcosa di semplice, immediato, che si vedesse subito e parlasse da solo» racconta il padre grafico di Forza Italia. «Provammo con Il Buon Governo, L'Italia che vogliamo, Italia giusta. Poi si decise che nel marchio dovesse esserci almeno la parola Italia. A quel punto iniziai a lavorare sul leit motiv della bandiera, senza fiori, animali o simili. Doveva essere tutto chiaro, colpire».
Il nome, alla fine, venne scelto direttamente da Berlusconi. «Forza Italia era un incitamento a darsi da fare, muoversi, mettersi insieme. Eppoi c'è un particolare divertente: si sapeva che nel '94 ci sarebbero stati i Mondiali di calcio e Berlusconi ne tenne conto. “Potremmo sfruttare il veicolo sportivo, le partite in cui i tifosi allo stadio gridano Forza Italia!, avremmo già una frase che è sulla bocca di tutti e può entrare nella testa”, diceva. La concomitanza era un aggancio in più perché il nome facesse presa, ma a livello di battuta era diventata persino una via d'uscita: “Speriamo che tutto vada bene – diceva – Male che vada, le bandiere che abbiamo fatto ce le possiamo vendere allo stadio...”».
L'approccio alle scelte del fondatore era improntato al criterio della velocità, oltre che a quello dell'efficacia. «Per Berlusconi se un messaggio impiega più di tre secondi per essere capito non è chiaro oppure è sbagliato». Il racconto di Priori si sofferma anche sui particolari tecnici. «Avevamo provato la stessa scritta con le bande verticali ma in obliquo aveva più impatto e accompagnava l'accenno di sventolio che avevo dato alla bandiera. Il carattere era un po' retrò. Berlusconi quando vide la versione definitiva mi suggerì un intervento millimetrico, una modifica alla forma della bandiera che facesse in modo che le punte fossero esattamente a contatto con la circonferenza che delimitava il diametro del simbolo».
Sull'attualità del logo, Priori ha le idee chiare. «Forza Italia è ancora un marchio valido, pulito, senza inutili esibizioni, se si vuole anche senza troppa fantasia, ma il simbolo è stato valorizzato dal carisma del personaggio Berlusconi che lo ha trascinato in cima come una novità politica. Senza il suo carisma sarebbe stato un marchio “buono”, ma non a livello di brand come Coca-Cola, Fiat, Apple o simili. Il simbolo del Pdl non aveva la stessa forza, l'effetto era ben diverso. Da vari mesi avevo il sentore del ritorno a Forza Italia, avevamo fatto prove con un aquilone a tre spicchi coi colori della bandiera. Poi abbiamo provato a ritoccare leggermente la bandiera ma perdeva in qualità.

Potrebbe funzionare il simbolo Forza Italia senza Berlusconi? No, Forza Italia è Berlusconi, potrebbe funzionare senza lui in prima linea solo se rimanesse almeno come padre nobile».

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