Elezioni Regionali

Marco Marsilio, il governatore che va a caccia del bis in Abruzzo

Se il centrosinistra si presenta con un'inedita (e surreale) allenza, il centrodestra si prepara alle elezioni regionali di domenica con lo stesso schema in atto da trent'anni, puntando sull'attuale presidente di Regione: ecco qual è stato il suo percorso politico

Marco Marsilio, il governatore che va a caccia del bis in Abruzzo

Ci siamo: mancano ormai due giorni all'apertura delle urne in Abruzzo in occasione delle elezioni regionali. Dalle ore 7 alle ore 23 di domenica 10 marzo i cittadini abruzzesi dovranno decidere se scegliere come loro nuovo presidente Luciano D'Amico, sostenuto dall'intera ammucchiata dei partiti di centrosinistra, oppure se confermare il governatore uscente Marco Marsilio, appoggiato dalla coalizione del centrodestra unito. Nessuno può nascondersi in Centro Italia: l'appuntamento elettorale per il rinnovo del presidente e del Consiglio della Regione Abruzzo avrà inevitabilmente un riflesso in un ambito che travalicherà i confini del territorio che ha come capoluogo L'Aquila, andando a influenzare - volente o nolente - il percorso politico e istituzionale da qua alle prossime elezioni europee di giugno. Un test per cui il centrodestra unito non ha alcuna intenzione di regalare a Schlein, Conte e Calenda alcuna possibilità di bis consecutivo dopo il successo di Alessandra Todde in Sardegna. Dalle ore 23.01 partirà immediatamente lo spoglio, sperando che sia decisamente più celere rispetto a quello sull'isola sarda. Anche perché in Abruzzo c'è una differenza sostanziale che non potrà fare felice a sinistra: non ci sarà la possibilità di voto disgiunto.

Nato a Roma il 17 febbraio 1968, Marco Marsilio cresce in una famiglia di origini abruzzesi. Un elemento biografico, questo, che è stato spesso distorto dalle opposizioni, intendendo far capire che l'esponente di Fratelli d'Italia fosse "catapultato da Roma". Resta comunque il fatto che i suoi genitori originari di Tocco da Casauria (provincia di Pescara), dove il padre è tornato a vivere da pensionato che lasciò l'Abruzzo in cerca di lavoro. Da giovane si laurea in filosofia presso l'Università degli Studi "La Sapienza" della Capitale, per poi diventare (esattamente come il suo collega di partito Fabio Rampelli) docente a contratto di estetica, museologia e marketing applicato ai beni culturali presso l'Università Link Campus. Poco più che ventenne, inoltre, ha fondato e amministrato una società cooperativa editoriale. Project manager professional dal Project management Institute, ha lavorato in un'azienda di progettazioni, costruzioni e facility management. La sua attività politica inizia ai tempi del liceo, prendendo parte ad alcuni movimenti studenteschi e poi a quelli universitari. Dentro il Movimento Sociale Italiano è promotore di molteplici iniziative sociali, ambientali e a difesa della memoria storica e dell'identità del territorio. Tra le altre cose, ha preso parte alla commissione "circhi e spettacolo viaggiante" del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Alle elezioni amministrative del 1993, viene eletto consigliere di circoscrizione della prima circoscrizione comunale di Roma (Centro storico).

Nel 1995 aderisce alla svolta di Fiuggi voluta da Gianfranco Fini che porta alla trasformazione del Msi in Alleanza Nazionale: all'interno del nuovo partito diventa vicepresidente di Azione Giovani (l'organizzazione giovanile di An) dal 1996 al 2000. Nel frattempo, nel '97 viene eletto al Consiglio comunale di Roma per poi essere confermato nella tornate elettorali del 2001 e del 2006; nell'assemblea capitolina ricopre anche l'incarico di capogruppo An in Campidoglio ed è membro delle Commissioni Cultura, Urbanistica e della Commissione speciale per Roma Capitale. Nel 2008 arriva il momento di entrare in Parlamento: viene infatti eletto alla Camera dei Deputati con il Popolo della Libertà nella circoscrizione Lazio 1. Ricopre la carica di segretario presso la Commissione Bilancio, Tesoro e programmazione e il suo nome è apparso tra i relatori della Legge di Bilancio per il 2011. Un anno più tardi aderisce fin da subito al nuovo partito fondato da Giorgia Meloni: Marsilio diventa così il vicetesoriere nazionale e portavoce della costituente regionale del Lazio per Fratelli d'Italia. Con la forza politica neonata non verrà riconfermato a Montecitorio alle elezioni del 2013, ma avrà modo di riscattarsi nella successiva legislatura: accede in Senato come capolista del collegio plurinominale Lazio-02.

Nel frattempo è già diventato anche segretario amministrativo di FdI e coordinatore regionale del partito nel Lazio. Poi, la grande avventura in Abruzzo: il 10 febbraio 2019 i cittadini lo scegliono come nuovo presidente della Regione con il 48,03% dei voti validi. Superati il candidato del centrosinistra, Giovanni Legnini (31,29%) e quella del Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi (20,20%). È dunque il primo storico governatore appartenente a Fratelli d'Italia. Con la nuova giunta tiene per sé le deleghe in materia di ricostruzione, protezione civile, programmazione nazionale e comunitaria, politiche europee, delegazione di Roma, avvocatura regionale, stampa, affari della giunta, legislativo, indirizzo e controllo Agir, trasporti pubblici locali, mobilità, lavori pubblici, difesa del suolo e infrastrutture. Adesso si ripresenta per la conferma a Palazzo Silone contro D'Amico. Marco Marsilio è sostenuto nell'imminente voto da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, UdC-DC con Rotondi e la lista civica "Marsilio Presidente".

A differenza di quello che è successo al suo diretto sfidante, il presidente uscente di Regione ha visto la chiusura della sua campagna elettorale con la presenza contemporanea di tutti i leader di partito in piazza a Pescara.

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