Cronache

Meglio le calunnie in rete della censura di Google

Dietro il diritto all'oblio sul web si nasconde la tirannia della Ue: vogliono far sparire le notizie vere ma scomode

Meglio le calunnie in rete della censura di Google

I malvagi hanno sempre voluto cancellare il loro passato. Ora, grazie alla complicità di Google con la Corte europea di giustizia lo possono fare. E si sono già messi in moto a tutto gas. Potenzialmente si tratta del più pericoloso assalto alla libertà di parola nell'Europa dal 1945 in poi. Uno scandalo grottesco, insomma. Perciò a Londra, in questi giorni, c'è stata una polemica molto accesa in proposito. In Italia, invece, che cosa se ne dice? Nulla, of course. Silenzio totale. Come al solito. Maggio scorso, la Corte europea di giustizia – la più alta corte nell'Unione europea che ha sede a Lussemburgo – dando retta a un avvocato spagnolo sconosciuto che aveva fatto causa, ha dichiarato: il diritto all'oblio esiste. Di conseguenza, 70mila cittadini europei – la cifra è saltata fuori in questi giorni a Londra - hanno già fatto richiesta a Google di poter esercitare il loro cosiddetto diritto all'oblio, cioè di cancellare tutti i link su internet a dati scomodi su di loro. E Google, che ha dovuto creare una squadra di «para-legali» dedicati, li sta accontentando.

Tra quei 70mila, ci sono 5.934 italiani. Chi sono questi italiani? Non si sa. Si può facilmente immaginare però. Chiaro, se si trattasse di un'operazione per togliere da internet dati erronei o diffamatori si potrebbe - al limite - capirlo. Ma qui si tratta di togliere dati veri, anche se scomodi. Secondo la Corte europea, l'azienda Google (e non solo Google, chiaramente) deve togliere da internet qualsiasi dato riguardo a una persona che sia «irrilevante» o «scaduto» o «impreciso», o che viola la sua privacy. Cioè: tutti i dati che ci sono su internet, volendo. Perché sì.

Quali sarebbero i criteri utilizzati dall'équipe para-legale di Google per definire un dato «irrilevante», «scaduto» o «impreciso», o un dato che viola la privacy? Mistero della fede. Quindi, uno che ammazza, truffa, spaccia, picchia, stupra, rapina... uno veramente brutto, sporco, cattivo insomma, uno che fa il delinquente, è incompetente o deficiente... persino una che ha rapporti orali con 25 ragazzi in discoteca come è successo a una ragazza inglese a Maiorca l'altro giorno... tutti loro ora hanno il diritto all'oblio. Giusto così? Non scherziamo.

Quella gente lì, al limite, ha il diritto al perdono, ma mai all'oblio. Mi chiedo: ma come mai l'Europa dell'Unione europea, che si vanta così pomposamente di proteggere la libertà degli europei a spada tratta, è arrivata a fare una cosa simile, una cosa così anti-libertaria? La risposta può essere una sola: Unione europea non vuol dire libertà ma al contrario solo tirannia. Nello specifico, anni fa l'avvocato spagnolo – un certo Mario Costeja Gonzàlez - era stato obbligato a vendere casa per saldare i suoi debiti al casinò. Incazzato, voleva cancellare da internet ogni riferimento alla vicenda. Google ha detto di no. E così Señor Gonzalez ha fatto ricorso e alla fine, a Lussemburgo, ha vinto. Diciamolo: il diritto all'oblio, come tanti altri diritti inventati negli anni, non esiste. Altrimenti sia Hitler sia Stalin l'avrebbero, no?

La scorsa settimana in Inghilterra sono venuti alla luce dei casi di censura molto preoccupanti da parte di Google dopo la decisione della Corte europea. Ad esempio, i link a un servizio dell'inviato della Bbc Robert Peston sul capo americano della Merrill Lynch che aveva portato la sua banca al fallimento nel 2007 sono spariti. Su Google.com invece – la versione americana – quei link ci sono ancora. Per un motivo: il diktat della Corte europea conta solo in Europa. Google ha anche rimosso - è venuto fuori - i link a parecchi articoli pubblicati su The Daily Mail e The Guardian. Essendo un personaggio discusso, anche se solo di serie C1, mi piacerebbe un sacco cancellare da internet tutte le informazioni diffamatori ed erronee su di me. Chiunque va a pescare che cosa c'è su internet sotto «Nicholas Farrell giornalista» sarebbe costretto a concludere: questo Farrell è una gran testa di c..., e una persona impresentabile. Mi danno del fascista innamorato di Mussolini, dell'ubriacone che non sta in piedi, del picchiatore dei suoi cinque bambini piccoli da mettere immediatamente nelle mani dei servizi sociali e del pornografo addirittura che «reprime da lungo tempo la sua omosessualità». Poi, sempre e ovunque, stravolgono e strumentalizzano tutto ciò che scrivo. Mi vogliono in galera e vogliono «buttare via la chiave». Meglio così.

La libertà di parola è sacra ma il diritto ad essere dimenticato non esiste, come non esiste il diritto di essere ricordato.

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