Interni

"Mi fai pena", "Sostenevi D'Alema". Il litigio Romano-Civati nel 2016

In vista dell'allora referendum costizionale sulla riforma voluta da Matteo Renzi, lo scontro televisivo tutto interno al centrosinistra infiammò gli ultimi giorni di campagna elettorale

"Mi fai pena", "Sostenevi D'Alema". Il litigio Romano-Civati nel 2016

Ascolta ora: ""Mi fai pena", "Sostenevi D'Alema". Il litigio Romano-Civati nel 2016"

"Mi fai pena", "Sostenevi D'Alema". Il litigio Romano-Civati nel 2016

00:00 / 00:00
100 %

Come capita spesso quando si avvicinano importanti competizioni elettorali, gli scontri televisivi tra diversi esponenti politici si accendono ulteriormente. Un esempio lampante riguarda quello che avvenuto nelle settimane imminenti al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 voluto da Matteo Renzi per la conferma da parte dei cittadini di quella riforma che avrebbe cambiato radicalmente il Senato della Repubblica e il titolo V. All'ex presidente del Consiglio non andò per niente bene, con i "No" che arrivarono a sfiorare la percentuale del 60%. A contribuire a quella debacle fu sicuramente una campagna elettorale in cui il Partito Democratico puntava sul fare la guerra alla "casta" parlamentare, virando proprio all'ultimo su una linea politica molto simile a quella del Movimento Cinque Stelle, che però certamente non era per il "Sì".

Succede, quindi, che un litigio televisivo tutto interno al centrosinistra va in onda su La7, durante la trasmissione "Tagadà". Siamo al 24 novembre 2016, ovvero quando mancano appena dieci giorni all'apertura delle urne. In collegamento c'è Giuseppe Civati, che aveva lasciato il Pd un anno prima in aperta e aspra polemica con la gestione renziana. L'ex deputato va giù pesante contro il "Senato dei sindaci" voluto dall'allora segretario dei dem e punta il dito contro Andrea Romano, presente in studio: "La campagna anti-casta del comitato per il Sì fa un po' sorridere. Anche perché moltissimi esponenti della casta che ha fatto più legislature voteranno per il Sì, come Luciano Violante, Anno Finocchiaro, Fabrizio Cicchitto, Walter Veltroni, Pierferdinando Casini, Giorgio Napolitano, me ne vengono in mente tanti". Il parlamentare renziano ribatte prontamente alle accuse di Civati: "Ma Napolitano lasciamolo stare, perché chiamarlo rappresentante della casta mi stupisce un po'". Il leader di Possibile si spazientisce: "Romano, se non mi interrompi, finisco. Altrimenti parli solo tu che sostenevi Monti e D'Alema".

Pippo Civati riprende la parola e aggiunge: "Napolitano ha fatto tredici legislature e oggi il sito del Comitato per il Sì attacca i politici che in tante legislature non hanno visto cambiare i loro stipendi. E questo è un argomento scivoloso, visto chi sostiene questa riforma". La critica all'ex presidente della Repubblica non piace a Romano, che replica: "Mi fa un po' pena attaccare Napolitano come membro della casta". "Ma guarda che siete voi che parla di casta - risponde Civati -. Napolitano lo è nella vostra accezione e anche Monti che tu hai votato e D'Alema che tu sostenevi". Per poi concludere vivacemente: "Se tu fossi una persona seria, dovresti fare una telefonata per dire di smettere di utilizzare questi argomenti che vi faranno perdere il referendum, perché vi stanno togliendo tutta la poca credibilità che avete".

Praticamente, una sentenza.

Commenti