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Microchip su ali e coda: delfini e topi come 007

In Turchia un falco è stato "processato" per spionaggio. I palestinesi se la presero con i ratti israeliani infiltrati. Ma c'è anche il piccione Cher Ami, eroe di Francia

Microchip su ali e coda: delfini e topi come 007

«Signor giudice, la difesa intende rappresentare a questa corte militare le lamentele dell'imputato al quale non è stato dato da mangiare e da bere e questo contrasta con…». «Colonnello, basta così. La difesa faccia capire all'imputato che, espletati gli esami radiografici per i quali è stato sottoposto a digiuno, potrà mangiarsi le sue dannate teste di gallina».

In questo singolare dialogo, l'imputato si chiama Krestel ed è uno splendido falco, catturato da alcuni abitanti del villaggio di Altinavya (Turchia) che lo hanno visto zoppicare sul terreno erboso. Quando si sono accorti di quel sottile anello di metallo su cui erano stampate le parole «24311 Tel Avivunia Israel», invece che presso il veterinario del posto hanno pensato bene di consegnarlo alle autorità governative. Tutto quel che è israeliano è sospetto e, anche se è pratica comune inanellare gli uccelli per seguirne le rotte di migrazione, fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.

Krestel è così finito all'università di Firat dove i veterinari militari si sono impossessati del reparto di radiologia e, in gran segreto, lo hanno bombardato di lastre per scovare il microchip che il Mossad doveva avergli inserito in qualche parte del corpo. Dopo averlo praticamente reso un isotopo radioattivo, non trovando niente di niente, lo hanno finalmente rifocillato e hanno aperto la gabbia in pieno bosco. Dicono che Krestel sia volato via con il cipiglio torvo di un vero emissario del Mossad.
Poco tempo fa un Grifone (avvoltoio), proveniente da Israele, è stato catturato in Arabia Saudita. Aveva «a bordo» un micro GPS e gli arabi hanno accusato Israele di averlo usato come spia, mentre gli israeliani hanno affermato che il dispositivo è utilizzato per seguire la migrazione di diversi uccelli. Fatto sta che l'avvoltoio è ancora nelle mani degli arabi che lo stanno «studiando».

Nel 2008 l'agenzia arabo palestinese Wafa, sotto il controllo di Abbas, riportava l'uso, da parte di Israele, di ratti come armi, per convincere gli arabi ad allontanarsi dalla vecchia Gerusalemme occupata. L'agenzia portava a testimone chi aveva visto truppe israeliane liberare dalle gabbiette strani ratti che mangiavano il veleno senza problemi e sapevano distinguere le case degli ebrei da quelle mussulmane, evidentemente grazie a studi genetici combinati con un microchip impiantato nei loro cervelli dagli scienziati israeliani.
Nel libro di Emily Anthes, Frankenstein's cat, si cita l'operazione «Operation Acoustic cat», avvenuta nel 1960, nella quale la Cia aveva addestrato un gatto, cui i veterinari avevano impiantato un microfono nel canale auricolare e una piccola radio trasmittente alla base del cranio. L'antenna era un sottilissimo filo attorcigliato nella pelliccia del felino. La micia dove va essere una vera e propria spia mobile. Purtroppo furono soldi spesi male, perché la prima volta che fu utilizzata era per intercettare due spie (umane) che parlavano sulla panchina di un parco in Germania. La gatta venne attirata da qualcosa sulla strada dove un taxi la mise sotto, tra lo sconforto dei militari (e supponiamo anche quello della micia).
Più di 100.000 piccioni vennero impiegati, come messaggeri e spie, durante la Prima Guerra Mondiale, tra i quali Cher Ami, eroe nazionale francese, che portò 12 importanti documenti nel settore americano a Verdun. Ne furono usati 250.000 dai britannici nella Seconda Guerra Mondiale cui risposero con altrettanti i tedeschi, obbligando gli inglesi a formare esperti che sapevano distinguere, gli alleati dai «nemici».

I delfini, grazie alla loro intelligenza, hanno servito la U.S. Navy per oltre 40 anni.

Dalla guerra del Vietnam a quella in Iraq sono stati addestrati a trovare e localizzare mine, così come a segnalare nuotatori e sommozzatori sospetti.

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