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Migranti, caos sulla rotta balcanica: 7mila istanze d'asilo a Trieste

Aumento esponenziale degli asilianti negli ultimi anni in Friuli Venezia Giulia. Il sindacato di polizia lancia l'allarme: "Fenomeno incoraggiato da un tam-tam in rete"

Foto di repertorio
Foto di repertorio

L'attenzione dei media e dell'opinione pubblica è concentrata per lo più sugli sbarchi e sugli arrivi via mare. Da quella "porta", solo quest'anno, sono arrivati oltre 90mila migranti. Ma questo non è l'unico punto d'accesso per l'Italia, perché l'area del Carso, in Friuli Venezia Giulia, è altrettanto "calda", con centinaia di arrivi quotidiani attraverso la rotta balcanica. Con uno degli ultimi comunicati, Frontex ha messo in evidenza che la rotta più attiva in assoluto è quella dei Balcani occidentali, dove si sono registrati 128.438 attraversamenti illegali, in aumento del 168 per cento.

L'elevato numero di attraversamenti è dovuto a tentativi ripetuti di passare la frontiera da parte di persone già presenti nei Balcani occidentali, nonché a migranti che arrivano a Belgrado in aereo, senza bisogno di visto, per poi tentare di attraversare i confini Ue via terra. In maggioranza si tratta di burundesi, afghani e iracheni. L'incremento così marcato è riscontrabile anche nel nostro Paese, come testimoniano i numeri dei richiedenti asilo nel solo 2022, che sono cresciuti esponenzialmente. "Negli ultimi dieci-quindici anni solo a Trieste siamo passati da 120 richiedenti asilo al 2022 in cui chiuderemo con 7mila istanze. Il numero del personale solo a Trieste é sceso nello stesso arco temporale di oltre cento unità", ci ha spiegato Fabrizio Maniago, segretario regionale del sindacato di polizia Siulp del Friuli Venezia Giulia, raggiunto da ilGiornale.it.

Gorizia e Trieste sono allo stremo nella gestione dei migranti, davanti a una mole di lavoro che non può essere sostenuta a lungo dalle forze sanitarie e di polizia. Una denuncia che viene portata avanti da mesi, forse da anni, dai sindacati di polizia e che ancora non ha avuto accoglimento, complici anni di governi di sinistra che non sono intervenuti su questo fronte. "Registriamo un preoccupante incremento di rintracci di migranti a Gorizia, centinaia negli ultimi giorni, e la tendenza fa prevedere un ulteriore aumento. Il fenomeno pare essere peraltro incoraggiato anche da un tam-tam che circola in rete, secondo il quale sarebbe più conveniente presentare richiesta di protezione internazionale presso l’ufficio Immigrazione della questura di Gorizia", si legge in un comunicato del sindacato di polizia Siulp di Gorizia.

Al già complicato problema della gestione dei migranti irregolari che sfondano la frontiera italiana a nord-est, infatti, ora si aggiunge quello dei richiedenti asilo: "All’ingresso dell’ufficio Immigrazione o della polizia di frontiera nel piazzale Casa Rossa bivaccano ormai abitualmente, in stato di inevitabile disagio, decine di migranti in attesa di disbrigo delle relative pratiche". Pratiche che, come spiega il sindacato, non possono essere svolte in tempi più celeri.

Tale congestionamento è figlio anche dell'assenza di una struttura a scopo di hotspot nella regione, dove sussiste esclusivamente una struttura Cara-Cie a Gradisca D'Isonzo, ormai al collasso.

Da tempo i sindacati chiedono anche in Friuli "una struttura che attraverso personale dedicato garantirebbe una gestione del fenomeno più efficace ed efficiente", spiega il segretario generale del Siulp Gorizia, Alessandro Nencha.

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