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"Minacce islamiche attendibili". E il sindaco di Monfalcone finisce sotto scorta

Dopo la lunga serie di minacce ricevute dopo aver chiuso due centri islamici a Monfalcone, ad Anna Maria Cisint è stata affidata una scorta dalla questura di Gorizia

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Alla fine, anche il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint è stata posta sotto scorta per la serie di minacce ricevute dagli estremisti islamici. A confermarlo è il questore di Gorizia, Luigi Di Ruscio, che ha aggiunto che il sindaco "sarà tutelata dalla Polizia di Stato e la decisione è già operativa". Decisivi i messaggi giunti nelle scorse ore, pubblicati da il Giornale, che si sono aggiunti a quelli che da tempo il primo cittadino riceve per la chiusura dei due centri islamici della città. Gli investigatori stanno anche cercando di risalire agli autori delle minacce impegnando la Polizia postale, per dare un nome e una identità ai violenti da tastiera.

Il clima a Monfalcone, d'altronde, è rovente ormai da tempo. Cisint in questi giorni ha parlato di "forte preoccupazione da parte delle autorità competenti", in quanto gli avvertimenti "sono considerati attendibili in base alle verifiche effettuate e agli ambienti da cui provengono". Sono "messaggi espliciti, diffusi nelle reti web delle comunità islamiche, che hanno già coinvolto migliaia di utenti e 'seguaci' e che fanno rifermento all'impegno pubblico di Cisint". Dopo Silvia Sardone, ancora un esponente donna della politica italiana viene messa nel mirino degli integralisti islamici per la sua attività: e non è probabilmente un caso che siano soprattutto le donne, considerate dalla religione islamica come esseri di natura inferiore, a venir minacciate con questa violenza.

"Allah, l'unico e solo Dio. Buono o cattivo, giusto o sbagliato. Allah sceglierà la giusta punizione per la persona responsabile. Allah si arrabbierà con te. Oggi o domani? Morte? Sì, l'angelo della morte riporta l'anima ad Allah", si leggeva in uno dei messaggi recapitati tramite social al sindaco di Monfalcone. Dal canto suo, Cisint sottolinea di non aver mai voluto limitare le libertà di culto della comunità islamica e, spiega in una nota, "la vicenda dei due centri islamici non ha alcuna attinenza con la libertà di culto, che considero un valore per chiunque intende professare la propria fede". Il sindaco pone la questione da un altro punto di vista: "Viviamo ancora in uno Stato di diritto? In uno Stato di diritto il rispetto delle norme di legge, quelle urbanistiche e quelle che garantiscono la sicurezza, è un dovere di tutti i cittadini".

Le istituzioni, ha specificato il sindaco, "devono assicurare l'incolumità pubblica che riguarda sia i frequentatori di uno spazio aperto al pubblico, sia chi abita o transita nel comprensorio interessato da quell'edificio. La sicurezza e l'incolumità non sono mediabili o opinabili, va garantita - senza se e senza ma".

Per questa ragione, conclude nella sua nota Cisint, "quando si rilevano situazioni di illegalità o di rischio, il Comune ha la responsabilità di intervenire per evitare ogni possibile conseguenza".

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