Politica

Monti: "Intesa col Pdl ma senza Berlusconi". Alfano: "Se lo scordi"

Monti spera in un'alleanza che lo salvi dal flop elettorale: scarica Bersani e prova a stringere un'alleanza col Pdl. E Fini detta pure le regole: "Salti il tappo Berlusconi"

Silvio Berlusconi e Mario Monti a Montecitorio
Silvio Berlusconi e Mario Monti a Montecitorio

Sul tavolo di Mario Monti c'è ancora il nodo alleanze. Scoraggiato dai sondaggi che lo danno sempre più in discesa, il Professore sa che la lista "Scelta civica" non riuscirà a ottenere la maggioranza per governare. Pur di non scomparire, cerca di cucirsi addosso un ruolo di peso per influire sul prossimo governo. Ed è così che, tra una dichiarazione e l'altra, cerca l'appoggio ora della sinistra, ora del centrodestra. Un atteggiamento ondivago che la dice lunga sulla linea politica dei centristi.

Il recente scandalo che ha travolto il Monte dei Paschi di Siena e i vertici del Partito democratico e la bocciatura a 360 gradi del Financial Times a un eventuale inciucio Monti-Bersani devono aver contribuito a far rivere i propri piani al Professore. Sebbene nei giorni scorsi andasse in giro a lodare "la gloriosa storia comunista" di Bersani e compagni, adesso Monti non disdegnerebbe neppure un'intesa con il Pdl. Oltre che con i democratici, il premier uscente ipotizza infatti anche un accordo con il partito di Berlusconi, ma senza Berlusconi. "Il Pdl non sarà sempre guidato dal Cavaliere - ha spiegato Monti ai microfoni di Radio Anch’io - e si potrebbe benissimo immaginare una collaborazione con quella parte una volta mondata ed emendata dal tappo che impedisce le riforme". Fantapolitica, insomma. Dopo aver rifiutato la proposta di federare i moderati e di aver intessuto rapporti sempre più stretti con il Pd, Monti torna sui suoi passi nella speranza di avviare una collaborazione politica con il Pdl scavalcando, però, il Cavaliere. Compleatamente disinteressato dai programmi e in affanno sulla campagna elettorale, Monti è alla ricerca spasmodica di un alleato che lo porti al governo. Che sia il Pdl o il Pd non gli importa. Una sola cosa gli interessa: far fuori Berlusconi che, nel giro di un solo mese, è riuscito a scalare i sondaggi e a far rimontare il centrodestra portandolo a un passo dalla sinistra a Montecitorio e al pareggio a Palazzo Madama.

Dopo aver battuto i dibattiti televisivi ed essere approdato sui principali social network, il Professore si appresta a iniziane il tour della campagna elettorale. Il primo appuntamento è stato fissato a domani quando il premier sarà a Milano. "Poi andrò anche nelle altre piazze italiane", ha assicurato il premier dimissionario spiegando che la lista "Scelta civica" si attesta intorno al 10% e che, grazie all'apporto degli alleati di coalizione, può puntare al 16%. In realtà, stando a un sondaggio realizzato dall'istituto Swg in esclusiva per Agorà, la coalizione di centro scende di quasi un punto (-0,9%) attestandosi intorno al 12,8%. Percentuale che appare si troppo ottimistica. Tanto che Monti non è l'unico a elemosinare un'alleanza con il Pdl per non scomparire. Anche il leader del Fli Gianfranco Fini spera in un accordo con Angelino Alfano: "Ma deve saltare il tappo Berlusconi...". L'alleanza, però, non piace per niente al Pdl che non vuole più scendere a patti col Professore dopo il disastro economico in cui ha gettato il Paese.

"Se c’è qualcosa da cui l’Italia deve essere mondata è Monti e il governo tecnico - ha ribattuto Alfano - senza Berlusconi non c'è il Pdl".

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