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Monti sulla decadenza di Berlusconi: il merito è del mio governo

L'ex premier gongola: "Berlusconi ha dovuto lasciare a seguito di una serie di misure che hanno reso l’Italia, oggi più che ieri, uno Stato di diritto"

Monti sulla decadenza di Berlusconi: il merito è del mio governo

La decadenza di Berlusconi dal Senato ha "resuscitato" Mario Monti, che da tempo aveva fatto perdere le proprie tracce. In un'intervista a "Radio anch'io" il senatore a vita manifesta una malcelata soddisfazione per la cacciata del Cavaliere da Palazzo Madama. "L’Italia può avere adesso più fiducia in se stessa - dice - non perché Silvio Berlusconi ha dovuto lasciare il Senato ma perché lo ha dovuto lasciare a seguito di una serie di misure che hanno reso l’Italia oggi, più che ieri o l’altro ieri, uno Stato di diritto e che hanno dimostrato che in Italia, se si vuole, si può governare, si posso fare leggi rigorose, serie, severe, applicabili a tutti". Non è proprio un'esultanza ma ci manca poco.

Poi Monti spiazza tutti e ricorda che se la decadenza è avvenuta il merito è suo. "Vorrei dire che non è stata la sinistra, non è stato il Movimento 5 Stelle a portare a questo fatto riguardante il senatore Berlusconi: è stato un governo di grande coalizione, che io presiedevo, che, sul finire del 2011, corrispondendo alla richiesta che veniva da tutti i partiti, che non volevano presentarsi alle elezioni di quest’anno con tutti gli scandali che i cittadini vedevano, di realizzare un pacchetto anticorruzione e di un provvedimento che mettesse fuori i condannati dal Parlamento". E continua: "Quando all’estero mi si chiedeva, per tanti anni, ma come mai avete Berlusconi per la terza volta, io non esprimevo giudizi ma dicevo guardate che Berlusconi gli italiani l’hanno eletto tre volte perché diventasse presidente del Consiglio. Lui, nel bene e nel male, rappresenta molte caratteristiche degli italiani".

Poi insiste: "Anche se l’Italia rimane largamente berlusconiana, e Berlusconi non scompare dalla scena politica, la cosa acquisita ora è che evasione fiscale, abusi della politica, corruzione sono cose per le quali il sistema italiano si è attrezzato con leggi e, cosa importantissima da spiegare anche all’estero, questa legge è stata fatta applicare non solo nei confronti di una trentina di consiglieri comunali ma anche nei confronti della personalità più potente, più popolare e che aveva dato un contributo di portata storica alla vita italiana.

E qui, con buona pace dei sostenitori di Berlusconi, la legge - conclude Monti - è stata uguale per tutti".

 

 

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