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"Nessun passo indietro"

Il Cav non si dimetterà prima del voto: "Per gli italiani resto il leader del centrodestra". Domani manifestazione contro la decadenza: "Protesta legittima, è solo l'inizio"

"Nessun passo indietro"

Silvio Berlusconi non si dimetterà da senatore prima del voto sulla decadenza. Lo ribadisce lui stesso a La Telefonata su Canale 5 questa mattina: "Non ho intenzione di fare alcun passo indietro", ha detto, "Gli italiani che mi hanno dato la fiducia guardano a me come leader del centrodestra".

A Studio Aperto, poi, aggiunge: "No, io ho lavorato bene per il mio paese come imprenditore e uomo di Stato, sono italiano al 100% e sono sceso nel 94 in politica per evitare un destino illiberale e una deriva giustizialista all’Italia, c’era da essere preoccupati. Non ho mai avuto ambizione politica, continuerò a difendere quello che io ritengo il primo dei diritti e cioè la libertà. Lo farò con orgoglio". E difende la protesta per cui Napolitano aveva espresso perplessità: "Domani scendono in piazza tutti i cittadini consapevoli di quello che sta avvenendo che sono preoccupati, che non lo fanno per difendere me, ma che hanno a cuore il futuro del Paese e la nostra libertà. Credo che la manifestazione sia assolutamente legittima e pacifica e sia solo l’inizio".

A Maurizio Belpietro che gli chiedeva se teme l'arresto, il Cavaliere ha poi aggiunto di non aver mai chiesto "salvacondotti" e di aver lavorato esclusivamente per il bene del Paese: "Certo è che nei miei confronti c’è un odio totale da parte di una magistratura che ha impiantato 57 processi contro di me...", ha ammesso, tornando a professare la sua innocenza nel processo Mediaset. Innocenza dimostrata dalle testimonianze presentate ieri e per cui ha scritto una lettera a Partito democratico e Movimento 5 Stelle: "Se ci fosse un minimo di indipendenza di giudizio da parte di questi parlamentari rispetto alle indicazioni dei loro partiti, dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza", ha detto l'ex premier, ricordanto tra l'altro che si sono già prove "assolute" che lo scagionano e che con i nuovi documenti è automatica la richiesta di revisione del processo che ha emesso una sentenza voluta da una magistratura di "estrema sinistra" che ha solo l’obiettivo di "condannarmi" . Una sentenza che, aggiunge, "grida vendetta davanti a Dio e agli uomini". "Io sono stato già scagionato se si guarda ai fatti concreti, come hanno accertato i giudici nei precedenti giudizi", ha ricordato Berlusconi, "Il popolo ha diritto alla democrazia ma non alla via giudiziaria al socialismo contro il capitalismo borghese per consentire alla sinistra di andare definitivamente al potere".

Sul piano politico, il leader di Forza Italia ha detto che questa sera i gruppi del suo partito decideranno come votare la fiducia sulla legge di stabilità anche se "questo governo in confusione non ha ancora definito il testo". Agli elettori del centrodestra, infine, chiede di "guardare in faccia alla realtà, alla nostra storia e dare il voto ad una sola forza politica". Del resto per Berlusconi il governo Letta ha fallito su tutti i fronti. Al tg di Italia 1 ha infatti spiegato che l'esecutivo "aveva 3 missioni: 1) la pacificazione nazionale, perché ritengo che il Paese non possa andare avanti in una contrapposizione così forte, da guerra civile; 2)fFare finalmente, grazie all’inedita collaborazione tra centrodestra e centrosinistra, le grandi riforme istituzionali necessarie per ammodernizzare il nostro paese; 3) la ripresa economica che non si aggancia però se non con una politica di sviluppo e crescita e non con una politica di sinistra come questa del tassa e spendi. Aveva tre missioni e sono tutte fallite".

Nel pomeriggio il Cavaliere ha incontrato i gruppi di Forza Italia alla Camera. "Non siamo una vera democrazia, siamo una democrazia dimezzata. Pensate cosa hanno fatto a me", ha detto, secondo quanto riferito. Poi ha aggiunto: "Questa è la legge di stabilità delle poltrone". E ha spronato i suoi ad andare avanti: "Io non ho paura ma tutti voi
dovete essere missionari di libertà sui vostri territori per allargare il consenso a Fi. Vogliamo essere un Paese in cui nessuno possa temere per la propria libertà".

Durante la riunione, Berlusconi ha ricevuto una telefonata del presidente della commissione Ue, Josè Manuel Barroso.

"Evidentemente vuole convincerlo a sostenere la legge
di stabilità", ha commentato Antonio Martino, deputato di Fi.

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