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"Nessuna deroga". Il M5S gela la Raggi: perché non può più candidarsi

Il regolamento grillino sulle autocandidature alle europee azzoppa la possibile corsa di Virginia Raggi verso Bruxelles. Dal partito pentastellato si escludono deroghe in favore dell'ex sindaca

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Il tafazzismo grillino colpisce ancora. I Cinque Stelle hanno azzoppato l'eventuale candidatura di Virginia Raggi alle europee e il motivo è nascosto nei codici del Movimento che fissano il limite dei due mandati. L'ex sindaca di Roma, secondo quanto trapela dalla sede pentastellata di via di Campo Marzio, non potrà presentarsi alla corsa per l'Europarlamento, dal momento che a oggi non sarebbero previste deroghe alle norme di partito sulle autocandidature promulgate proprio in vista delle consultazioni dell'8 e 9 giugno prossimi.

Chi vuole candidarsi - si legge nel regolamento grillino - "non deve ricoprire attualmente una carica elettiva, salvo che la stessa non abbia scadenza nell’anno 2024 o che si tratti di consigliere comunale, circoscrizionale o municipale in carica indipendentemente dalla scadenza del suo mandato; non deve avere svolto due mandati; è escluso dal conteggio del limite dei due mandati elettivi un mandato da consigliere comunale, circoscrizionale o municipale, in qualunque momento svolto". Traduzione: stando a questi requisiti, Virginia Raggi sarebbe esclusa dalla corsa verso Bruxelles, nonostante pare che la sua tentazione fosse invece proprio quella di mettersi in gioco sul fronte europeo.

Raggi è infatti consigliera comunale di Roma capitale, quindi rientra nella prima eccezione (che le consentirebbe di candidarsi), ma non nella seconda. E qui sta l'inghippo. Oggi l'ex sindaca sta infatti svolgendo il suo terzo mandato: due da consigliera comunale, uno da sindaca. E dunque una sua ipotetica elezione in Europa prefigurerebbe la fattispecie - vietata dai grillini - di un quarto mandato. Ascoltate da Repubblica, fonti del Movimento escludono che vi possano essere modifiche alle norme prestabilite: "Se in futuro dovessero mai esserci delle deroghe alla regola del secondo mandato, e non è detto, le annunceremmo con la dovuta importanza, non le nasconderemmo con qualche codicillo".

Così, ancora una volta, la regola del secondo mandato torna a essere un'arma a doppio taglio, peraltro indigesta a molti pentastellati. Nello stesso Movimento, infatti, c'è chi considera quella norma - tanto cara a Beppe Grillo - inutile se non addirittura controproducente. Secondo quei parametri, infatti, l'elettorato si trova ciclicamente a dover scegliere tra candidati del tutto sconosciuti o addirittura alle prime armi.

In questo senso, c'è chi fa notare come l'eventuale candidatura di Virginia Raggi avrebbe potuto far guadagnare qualche voto in più al Movimento, che alle europee ingaggerà una lotta all'ultimo voto per contendersi la leadership del centrosinistra col Pd.

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