Politica

No global, anti Tav, violenti: così Grillo prepara il "golpe"

Il leader di M5S cavalca l'onda dei movimenti di protesta per conquistare il potere. Strizza l'occhio ai rivoltosi per inglobare gli spezzoni di sinistra traditi da Pd e Sel

Gli studenti della «Sapienza» di Roma per ora gli hanno risposto picche: «Non ci rappresenti». Non è facile mettere il cappello sui movimenti giovanili, appropriassi dei loro miti e della loro irrequietezza. Lo sanno bene - e l'hanno scontato sulla propria pelle - sia il Pd che Rifondazione. Ora è Grillo che ci prova. Le sue parole lanciate dal blog dopo gli scontri dell'altro giorno tra studenti e polizia ancora risuonano nelle orecchie di chi ne è rimasto indignato, oltre che dei diretti interessati. «Grillo è eversivo», dice il sindaco di Roma, Alemanno. Durissimo Pier Luigi Bersani: «Lenin a Grillo gli fa un baffo».
«(Poliziotto, ndr) togliti il casco e abbraccia chi protesta, cammina al suo fianco», ha scritto il leader del Movimento cinque stelle. Una difesa dei giovani, un invito a scendere tutti in piazza a manifestare contro il Potere. Parole «solo strumentali - attacca il giorno dopo una rappresentanza degli universitari della «Sapienza» - Lui cerca di cavalcare un'onda di proteste che noi invece sentiamo da anni. Lui e il suo movimento comunque non rispecchiano la nostra visione di un mondo diverso e migliore».
Un tentativo fallito, ma forse no. In fondo è da un anno e più, che Grillo strizza l'occhio ai «ragazzi» in rivolta, primi fra tutti i no Tav della Val di Susa. Ma anche agli operai, scontenti della sinistra italiana, e talmente fluttuanti come scelte di voto da aver dato manforte anche alla Lega in tempi recenti. È un bacino di insoddisfazione non identificabile in termini numerici, ma che comprende anche tutti quegli spezzoni di sinistra abbandonati per la strada dal Partito democratico e anche da Sinistra e Libertà. Uno dei capi dell'ex movimento girotondino, e direttore di Micromega, Paolo Flores d'Arcais, ha già annunciato che voterà «Renzi e Grillo per spaccare tutto». Con i girotondi scendevano in piazza decine di migliaia di persone. È quella massa scontenta, provocante e incapace di mediazioni che in questi anni non ha più trovato una casa di appartenenza.
Sicuramente Grillo sa usare le parole giuste. Più evocativo di Vendola, sul blog di mercoledì ha provato a parafrasare Pasolini. In un'altra occasione, invitato all'Accademia di belle arti di Catania, ha spiegato agli okkupanti che si devono «riappropriare delle istituzioni. Mettendovi l'elmetto, stando sulla rete, scambiando le informazioni». Durante il processo che lo vede coinvolto a Torino per la violazione dei sigilli della baita di Chiomonte, centro della protesta contro l'alta velocità Torino-Lione, ha commentato: «Passerò la vecchiaia qui. I No Tav sono persone perbene e non hanno mai fatto male a nessuno». E il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri è stata apostrofata da Grillo come la «nonna di tutte le preoccupazioni».
E poi c'è il mondo operaio. Quel mondo irritato con la Triplice e che non si sente più rappresentato nemmeno dalla Cgil. Nei giorni infuocati delle proteste contro l'acciaieria Ilva di Taranto, Grillo, sceso al fianco degli operai, puntava il dito: «La polizia un tempo difendeva i padroni. Ora la Triplice sindacale». Durante il tour siciliano di ottobre, a Termini Imerese attaccava la legge Biagi che «precarizza il lavoro», spiegando che quando l'aveva detto a Bologna «mi avevano dato del terrorista». Eppure è un terreno che scivola.

C'è anche l'elettorato quasi moderato, tra i grillini: «Caro Beppe - gli hanno scritto ieri sul blog - i poliziotti si unirebbero anche a chi protesta, se questi la smettessero di andare alla manifestazioni con scudi, caschi e sanpietrini».

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