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"Non era un liberale, disprezzava le regole". Il fango della Boldrini sul Cav

L’ex presidente della Camera si aggiunge all’elenco degli odiatori: “Berlusconi non può essere rappresentato come un padre della nazione”

Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico
Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico

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“Non era un liberale, disprezzava le regole”. Il fango della Boldrini sul Cav

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Parte della sinistra non si smentisce mai. Chiede rispetto, ma è sempre in prima fila quando è il momento gettare fango nei confronti degli avversari politici. La morte di Silvio Berlusconi ha fatto emergere il peggio dell’odio rosso e all’elenco degli attacchi scomposti va aggiunto l’intervento di Laura Boldrini. L’ex presidente della Camera, volto di spicco del Partito Democratico, ha scelto il giorno dei funerali del Cavaliere per il suo j’accuse.

Ovviamente contraria al lutto nazionale, la Boldrini si è scagliata contro la “santificazione” del Cavaliere: “In questi giorni ho ritenuto giusto non esprimere un giudizio su Berlusconi, per il rispetto che si deve alla persona appena scomparsa, alla sua famiglia e alla sua comunità politica, poiché la mia è una valutazione molto critica nei suoi confronti. Lo faccio adesso perché credo sia arrivato il momento di fare un bilancio”. Convinta di conservare la verità in tasca, la dem ha iniziato la sua filippica: “Io penso che la destra, in questi giorni di smarrimento per la perdita del leader, stia anche facendo un'operazione politica, trasformando Berlusconi in qualcosa che non è stato, cioè un padre nobile, un grande statista, un'immagine che non corrisponde alla realtà dei fatti e del suo percorso politico. La destra sta riscrivendo una pagina della nostra storia recente, un esercizio a cui si sta dedicando spesso”.

Nonostante il largo consenso raccolto, ci sarebbero dei passaggi deleteri nella carriera politica di Berlusconi. La “grande” tesi è la solita, il 2011 e il rischio default:"Questo ha dimostrato il fallimento della sua azione di governo, perché quella fase è poi costata dei sacrifici agli italiani e alle italiane, che dovettero stringere la cinghia per riparare i danni. Poi non posso tacere l'uso personalistico delle leggi e delle istituzioni, per la creazione del monopolio del sistema televisivo privato e per difendersi dai processi. I suoi avvocati erano eletti in Parlamento e facevano leggi ad personam per evitare che venisse giudicato". Nulla di nuovo, nulla di rivoluzionario nel suo giudizio. Ma il peggio deve ancora venire.

Sì, perché alla Boldrini il coraggio non manca: “Lui non era un liberale, l’affondo grondante sicumera. Per l’ex presidente della Camera, infatti, Berlusconi avrebbe interpretato il liberalismo come il disprezzo per le regole, ponendo l’accento sulla “sua avversione verso i magistrati”. E ancora: “Ha sdoganato la destra-destra, portandola al governo. Ci sono anche altre questioni inquietanti, come l'iscrizione alla loggia massonica P2 di Licio Gelli e il fatto che sia stato ospite in casa Berlusconi per alcuni anni quel Vittorio Mangano che Borsellino definì 'una delle teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia'”. Non è finita qui, perché dopo aver citato le amicizie con Putin o Erdogan, la Boldrini ha optato per un grande classico, la“visione arcaica delle donne”: “Con questa visione retrograda non solo ha ferito la dignità delle donne, ma ha anche reso più difficile nel nostro Paese il percorso verso la parità tra uomini e donne”.

Le parole della Boldrini si commentano da sole, ma c’è un passaggio difficile da non evidenziare. “La sinistra ha dimostrato molto rispetto per il dolore della famiglia e della sua parte politica”: sbagliato. Una parte della sinistra ha dimostrato rispetto per i cari del Cavaliere e per i suoi milioni di elettori.

Un’altra parte, Boldrini compresa, ha preferito denigrare l’immagine di chi ha scritto la storia del Paese.

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