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Nove poliziotti condannati: pestarono tifoso dopo la partita

Nove poliziotti  condannati: pestarono tifoso dopo la partita

«Giustizia è fatta». Lo dice con un filo di voce Stefano Gugliotta, subito dopo la condanna in primo grado a quattro anni di reclusione per i nove poliziotti che lo avevano fermato e picchiato al termine della finale di Coppa Italia del 5 maggio 2010, giocata a Roma. Dopo quella partita, al di fuori dell'Olimpico scoppiarono gravi incidenti e i poliziotti pensarono che nei disordini fosse implicato anche Gugliotta, all'epoca 26enne.
I giudici della X sezione penale di Roma hanno giudicato il ragazzo estraneo ai fatti e hanno così condannato i nove agenti, colpevoli del reato di lesioni personali gravi, aumentando la richiesta del pm che era da due a tre anni di reclusione. In favore di Stefano Gugliotta i giudici hanno riconosciuto un risarcimento di 40mila euro, mentre per gli agenti condannati, Leonardo Mascia, Guido Faggiani, Andrea Serrao, Roberto Marinelli, Adriano Cramerotti, Fabrizio Cola, Leonardo Vinelli, Rossano Bagialemani e Michele Costanzo, è stata decisa l'interdizione dai pubblici uffici per il periodo di durata della pena a loro inflitta.
La ricostruzione dei fatti ha acclarato che Gugliotta aveva visto la partita a casa, per poi uscire e andare a una festa. Fu bloccato, mentre era in motorino, in via del Pinturicchio, quartiere Flaminio, abbastanza lontano dal luogo dove erano scoppiati gli incidenti. Il ragazzo fu prima colpito da un pugno sferrato da un agente e poi malmenato a calci e manganellate dagli altri otto, anche se aveva spiegato, inutilmente, che lui non c'entrava nulla con i disordini. Tutti gli imputati colpirono il ragazzo «con calci, pugni, manganellate, una delle quali particolarmente violenta alla testa che gli fece perdere i sensi», tanto che l'allora 26enne riportò la perdita di un dente. I poliziotti poi lo arrestarono, senza che ne ricorressero le condizioni, con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Gugliotta rimase in carcere una settimana, poi ottenne la libertà grazie al gip che ravvisò la mancanza delle esigenze cautelari.
Nessuna reazione da parte degli imputati, mentre Gugliotta, uscendo dall'aula ancora molto scosso, ha dichiarato «Mi hanno massacrato», dopo aver abbracciato i genitori, scoppiati in lacrime, al termine della lettura della sentenza. «Non si può mai essere contenti quando vengono condannate delle persone, specie se agenti di polizia - ha affermato l'avvocato Cesare Piraino, difensore di Gugliotta -.

Se l'impostazione accusatoria era corretta la pena da infliggere non poteva essere di modesta entità come chiesta dal pm».

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