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Padre del maggioritario e politico di sinistra: chi è il nuovo presidente della Corte Costituzionale

Ex ministro, parlamentare e consigliere regionale con Partito Comunista e Pds: il professore universitario emerito guiderà la Consulta fino al dicembre 2024

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Augusto Antonio Barbera è il nuovo presidente della Corte costituzionale. 85 anni, il professore emerito universitario è stato eletto questa mattina dopo avere ricoperto il ruolo di presidente facente funzioni. Barbera era stato infatti presidente pro tempore della Consulta al termine dell'incarico di Silvana Sciarra (lo scorso novembre), prima donna eletta dal Parlamento alla Corte. È stato nominato da 14 giudici e non da 15 come da prassi perché manca ancora l'ultima figura di nomina parlamentare: le due sedute comuni di Camera e Senato convocate a novembre per riempire il posto lasciato libero da Sciarra si sono infatti concluse con una fumata nera. La persona che rappresenta la quinta carica dello Stato non potrà svolgere tuttavia il proprio incarico oltre il dicembre 2024, mese nel quale saranno trascorsi i nove anni di durata massima come giudice costituzionale di Barbera. Quest'ultimo, come primo atto dopo la sua elezione, ha nominato Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Giovanni Amoroso a vicepresidenti della Corte costituzionale.

Nato 25 giugno 1938 ad Aidone, in provincia di Enna, Augusto Barbera si è formato a Catania dove, nel 1968, ha conseguito la libera docenza in diritto costituzionale. Ha alle spalle una lunga attività accademica tra le Università di Bologna, Ferrara e Catania ed è stato autore di 22 volumi. Il nuovo presidente della Corte Costituzionale ha fatto anche politica: è stato infatti eletto alla Camera dei Deputati nelle liste del Partito Comunista Italiano e del Pds per cinque legislature: tra il 1976 e il 1994. Ha ricoperto anche il ruolo di ministro dei Rapporti con il Parlamento nel governo Ciampi (1993-1994) ed è stato anche uno dei promotori dei referendum elettorali del 1991, del 1993 e del 1999.

Dal 1987 al 1992 è stato presidente della commissione parlamentare per le questioni regionali, nonché, dal 1983 al 1985, componente della commissione bicamerale per le riforme costituzionali (commissione Bozzi). Dal 1992 è stato il numero due della commissione bicamerale per le riforme istituzionali (commissione De Mita-Iotti). È stato consigliere regionale della Regione Emilia-Romagna dal 1980 al 1982. Nel suo curriculum appare anche l'elaborazione del Testo unico delle leggi sulle autonomie locali (d.P.R. n. 267 del 2000); è stato inoltre chiamato a fare parte, nel maggio 2013, della commissione dei "Saggi", costituita dall'allora premier Enrico Letta per la revisione della seconda parte della Costituzione. Il nuovo presidente può essere considerato tra i padri del maggioritario in Italia: del resto è stato tra i sostenitori del principio di "democrazia decidente" attorno a cui tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 si schierò un ampio numero di intellettuali riuniti attorno all'associazione bolognese Il Mulino.

Sposato da cinquantadue anni con Maria Montemagno, ha due figli: Alessandro e Teresa.

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