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Ocse: crollo dei consumi in Italia

Disoccupazione alle stelle, pil rivisto al ribasso, crescita assente e crollo dei consumi. L'Ocse avverte: serve una nuova manovra

Ocse: crollo dei consumi in Italia

Come nella Seconda guerra mondiale. "Le misure di austerità varate dal governo Monti hanno causato il maggior calo dei consumi registrato in Italia dal secondo conflitto mondiale". A emettere la sentenza ci ha pensato l'Ocse, che ha scattato una fotografia impietosa del nostro Paese. Disoccupazione alle stelle, crescita che non si vede, pil tagliato e incertezza politica. Tutti elementi presenti e segnalati dall'Organizzazione parigina nel suo nuovo outlook.

"Il consolidamento fiscale, pari quest’anno a quasi il 3%, ha indebolito la domanda interna, e i consumi privati sono scesi al tasso maggiore dalla Seconda Guerra Mondiale", ha affermato l’organizzazione. Che poi ha parlato di un "tasso di disoccupazione in Italia, stimato al 10,6% nel 2012, destinato a salire all’11,4% nel 2013 e all’11,8% nel 2014". È quanto prevede l’Ocse.

Se ciò non bastasse, ad aggravare la situazione, c'è anche il deficit del paese che, secondo l'Ocse, sarà "pari al 3% del Pil nel 2012 e al 2,9% nel 2013". Stime riviste radicalmente al ribasso (la precedente previsione era di un deficit/Pil allo 0,6% per il 2013). Insomma, la crescita non c'è. E stenterà ad arrivare nel 2013, al contrario delle previsioni del ministro dell'Economia, Vittorio Grilli.

La vera sorpresa risiede però nella soluzione prospettata dall'Ocse, ossia continua con l'agenda Monti e varare una nuova stretta fiscale nel 2014 per rispettare l’obiettivo di una riduzione del debito al 119,9% del Pil nel 2015. Una nuova manovra, dunque. Perché "le riforme varate dal governo Monti, in particolare quella del mercato del lavoro, riusciranno a sollevare l’Italia da una decade di stagnazione economica e l’esecutivo che gli succederà dovrà proseguire sulla stessa linea di riforme strutturali e consolidamento fiscale" dal momento che "una marcia indietro danneggerebbe sia la fiducia dei mercati che la crescita".

Bisogna affrettarsi, secondo l'Ocse, perché "nonostante le riforme strutturali in Italia per il ritorno alla crescita e il risanamento dei conti pubblici sono ben avviate, l’attività economica in Italia dovrebbe continuare a contrarsi nel breve tempo come conseguenza della stretta di bilancio, dell’indebolimento del clima di fiducia e della stretta creditizia".

In serata, Palazzo Chigi ha diramato un comunicato che non tiene in considerazione le cose negative del rapporto Ocse, ma si concentra solo su quelle (poche) positive. "Il governo prende atto della valutazione positiva dell’Ocse, in particolare per quanto riguarda il risanamento del bilancio, gli effetti delle riforme e la conferma che l’Italia raggiungerà il pareggio di bilancio in termini strutturali nel 2013 e nel 2014, come questo governo si era impegnato a fare e come richiesto dalle norme Ue. Unito al sostegno fornito all’attività economica, questo significa che Italia è stata in grado, fino a questo momento, di evitare lo scenario peggiore, in altre parole un circolo vizioso tra austerità e recessione".

Il governo, d'accordo con l'Ocse, sottolinea come "l’occupazione sia rimasta notevolmente resiliente fino a questo momento" e che "il tasso di disoccupazione è aumentato soprattutto perché più persone, in particolare le donne, stanno entrando nel mercato del lavoro".

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