Politica

Imu, la retromarcia del Pd: ritirati tutti gli emendamenti

Napolitano invita alla calma. Boccia manda un pizzino ai suoi: "L'emendamento va ritirato". E i dem fanno dietrofront

Imu, la retromarcia del Pd: ritirati tutti gli emendamenti

"Abbiamo avuto piccoli episodi e motivi di polemica, ma non mi pare che siano da sopravvalutare". Da Cracovia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano spegne le fibrillazioni politiche che nelle ultime ore si sono riaccese sull'abolizione dell'Imu sulla prima casa. In realtà, il dibattito è molto più aspro di quanto non voglia far credere il capo dello Stato. Tanto che il Partito democratico fa marcia indietro sull'emendamento che reintroduce l'imposta per un italiano su quattro. Parlando del nodo delle modifiche al decreto, il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha spiegato che l'imposta sull'abitazione sarà sostituita con la service tax che sarà progressiva. "Nella legge di Stabilità - ha spiegato - affronteremo l’applicazione pratica di questa nuova tassa".

Alla fine di un aspro dibattito, il Pd ha deciso di ritirare gli emendamenti sulla prima rata dell’Imu. "Abbiamo avuto assicurazioni dal governo del rispetto delle richieste poste su come si chiude il 2013", ha assicurato il capogruppo dem Maino Marchi. Questa sera avrebbero dovu essere esaminato l'emendamento che avrebbe fatto pagare la tassa alle abitazioni con rendita sopra i 750 euro. "I Comuni hanno già incassato dal governo le risorse", aveva avvertito in mattinata il presidente della commissione Bilancio, il piddì Francesco Boccia, invitando i suoi a fare retromarcia. L'emendamento era, infatti, inviso al centrodestra perché, al contrario dell'accordo sottoscritto dal premier Enrico Letta, avrebbe reintrodotto l'imposto per un italiano su quattro. Anche il presidente del Pdl della commissione Finanze alla Camera, Daniele Capezzone, aveva invitato i democrat a ritirare l’emendamento che "sarebbe penalizzante per moltissimi cittadini" e "si tratterebbe di un vero colpo contro il ceto medio". All'interno del Partito democratico, però, non tutti la pensavano allo stesso modo. "Non ci sono problemi sulla prima rata dell’Imu - aveva assicurato Matteo Colaninno, responsabile Economia del Pd - sono già stati disposti i trasferimenti ai Comuni e qualsiasi ipotesi alternativa sarebbe impossibile e ardua". Non è un caso se le nuove discussioni sull’Imu siano iniziate con l’avvio della decadenza da parlamentare di Silvio Berlusconi. Dietro all'imboscata del Pd ci sarebbe lo scontro tra il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il premier Enrico Letta. "Spero che si colga questo momento per non continuare derby e risse quotidiane - ha spiegato l'ex rottamatore intervenendo al convegno sui dieci anni di Enel Cuore - Imu e Iva sono vicende importanti ma c’è qualcosa che va oltre, basta discutere in un momento in cui bisogna rilanciare l’economia che in tutta Europa è in crisi". Renzi ha invitato la maggioranza a mettersi: "La politica la smetta di guardarsi l’ombelico e il Paese sarà migliore". Un intervento a gamba tesa che, però, non è affatto piaciuto al capo dello Stato. "Non mi fate addentrare in questa foresta...", si è limitato a replicare Napolitano che non ha voluto mettersi in mezzo nel braccio di ferro tra il sindaco di Firenze e il presidente del Consiglio.

Dopo un lungo braccio di ferro, il Pd ha infine deciso di ritirare i propri emendamenti. "Il governo si è impegnato per altri provvedimenti sulla cassa integrazione - ha spiegato il piddì Marchi - ci sono state assicurazioni sulle misure per riportare il rapporto deficit-Pil al 3% e sulla service tax che si baserà su una rilevante componete patrimoniale oltre che su una una parte sui servizi sulla quale interverranno i Comuni". La retromarcia dei democratici è stata accolta con sollievo dal Pdl. Il ritiro della proposta emendativa ha, infatti, evitato un grave errore da parte della sinistra a danno di un numero elevato di cittadini. "Un’altra botta al ceto medio non sarebbe stata in alcun modo accettabile", ha spiegato Capezzone. Adesso gli occhi sono puntati sull’abolizione della seconda rata dell'Imu. Abolizione che rientra, come ricorda lo stesso Capezzone, negli impegni presi da governo e maggioranza.

"La futura service tax - ha infine detto capezzone - non dovrà far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta".

Commenti