Politica

Ora si paga per vedere Moggi: "Piace ai bimbi"

Venti euro per la serata con Lucianone (ma lui è gratis). E tutti lo cercano

Ora si paga per vedere Moggi: "Piace ai bimbi"

Mano al portafogli per pagare pur di sentir parlare e vedere da vicino Luciano Moggi. E magari tornarsene a casa con un suo autografo. Gianni Agnelli, fosse stato ancora vivo, avrebbe liquidato la faccenda magari con uno dei suoi taglienti giudizi, come quella volta in cui, per descrivere la scalata di Colannino alla Telecom, tagliò corto: «Evidentemente, sono preferibili i capitani coraggiosi alla gente del piccolo mondo antico». Pur senza soffermarsi a dibattere sulle eroiche virtù dell'ex dg juventino, è indubitabile che Lucianone tutto sia fuorché personaggio da piccolo mondo antico: prima di Natale l'uomo che parlava agli arbitri s'è visto affibbiare più di due anni di carcere dalla Corte d'Appello di Napoli per le vicende legate a Calciopoli. Eppure, non è bastato a fermarlo. Al punto che ieri a Prato, in occasione dell'inaugurazione della nuova sede dello Juve club, la guest star era proprio lui. Ospite d'onore d'una serata a pagamento: 20 euro per entrare «e prendere parte al buffet, ma sia chiaro: Luciano non ha voluto cachet», precisava il numero uno dei bianconeri pratesi, Gianmarco Olmi, incurante delle perplessità innescate da cotanta presenza: «Non credo che il marcio del calcio si riassuma in lui. È un piacere averlo tra noi». Specie se poi a volerlo sono i bambini: «Sono stati loro a invitarlo, e lui ha risposto positivamente».

Tutti pazzi per Luciano. Che dal canto suo non si nega. E moltiplica gli impegni e le uscite, come fosse una rockstar: agli inizi di dicembre era stato in Puglia, ad Altamura, per presentare il libro «30 sul campo», scritto dal suo amico avvocato (e difensore nelle aule di giustizia) Maurilio Prioreschi. Ad ottobre era stato avvistato a Napoli, per l'intitolazione della tribuna stampa a Carlo Iuliano. A settembre era stato segnalato a Cercola, per l'apertura del «Free Bar», punto di diffusione culturale di tutto ciò che riguarda l'universo Juve. Ed ancor prima a Pistoia, chiamato da altri seguaci della Vecchia Signora «ad offrire la sua versione dei fatti su Calciopoli».

Insomma, ovunque e dovunque. In radio, in tv e persino in Calabria, nel cuore dell'estate, a tagliare il nastro del Mundialito beach soccer. E dove Moggi non c'è è perché è lui a non voler andare. Più o meno. «Io e Giraudo non siamo stati all'inaugurazione della mostra sugli Agnelli e la Juve perché non siamo stati invitati, così come non siamo stati invitati all'inaugurazione del nuovo stadio: gli scudetti vinti sotto la nostra guida vengono rivendicati dalla società, ma chi li ha conseguiti non viene considerato», diceva a maggio, rifiatando durante il tour d'Italie e approfittando della pausa per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

Poi è ripartito, e nessuno lo ha più fermato. Non i giudici, figurarsi le polemiche, onde schiumose e mute che increspano i mari della vita e non spaventano i capitani coraggiosi che navigano lontano dal piccolo mondo antico. Ma pur sempre pallonaro.

Commenti