Cronache

Il papà? Non se lo fila più nessuno

Nella classifica dell'autorevolezza familiare, svetta la mamma. I figli collocano il padre al 4° posto, dopo gli amici

Il papà? Non se lo fila più nessuno

Come la mamma non c'è nessuno. Perché è disinteressata e pensa solo per il mio bene, riesce sempre a farmi vedere dove sbaglio, capisce realmente i miei problemi, mi ascolta senza giudicarmi. E anche se non è tanto autorevole e non dà sempre il consiglio giusto, è lei la figura di riferimento della mia vita, quella con cui mi confronto più spesso per parlare di me. Così risponde la parte più rilevante dei giovani italiani dai 18 ai 30 anni, sulla base di un'indagine condotta dal 31 gennaio al 6 febbraio 2014 per l'Istituto Giuseppe Toniolo, l'ente fondatore dell'Università Cattolica.

La mamma è il punto di riferimento principale per il 33 per cento del campione, seguita da un amico o un'amica (26) e dal partner (14). Solo a questo punto arriva il padre. A rispondere «mio papà» alla domanda su chi sia una figura di riferimento nella vita, è il 9 per cento dei giovani. Il padre, molto più della madre, è avvertito come autorevole e capace di dare il consiglio giusto.

La percentuale di chi parla con papà è più alta tra i ragazzi (12 per cento) e scende al 6 tra le ragazze.I giovani maschi sono meno mammocentrici delle loro coetanee: la mamma è la figura di riferimento per il 38 per cento delle ragazze e per il 27 per cento dei ragazzi. Tra i maschi viene “battuta” dagli amici, sia pure solo di un punto. Ma in ogni caso, la mamma è la mamma, con lei i giovani si confrontano molto più che con il papà.

La mamma è un riferimento fondamentale tra i 18 e i 20 anni, scende appena un po' nelle quotazioni fino ai 23 anni per poi risalire tra i 27 e i 30 anni. La confidenza non scema con il passare del tempo. Il professor Pierpaolo Triani, docente alla Cattolica e tra i curatori della ricerca, invita a riflettere su questa differenza: «Il ruolo del padre come punto di riferimento è squilibrato rispetto a quello della madre e questo spinge a interrogarci se il padre stia perdendo la sua rilevanza. In realtà la fiducia nella figura paterna rimane alta, anche se inferiore a quella nella madre. Però il punto di riferimento principale è materno. Ciò sembra dire che l'aspetto affettivo prevale nettamente su quello regolativo e questo rischia di impoverire l'azione educativa, riducendola a un'accoglienza in cui sono carenti le indicazioni e le proposte».

La madre è anche la figura che ispira più fiducia. Ha fiducia in lei il 93 per cento dei giovani (e molta fiducia l'84). Ma si fida anche del padre l'86% dei giovani e della famiglia in generale il 90 per cento. Spiega Triani: «È evidente dalla ricerca che i riferimenti sono soprattutto familiari. I giovani parlano molto con i genitori anche di politica. E al di fuori delle relazioni più strette, colpisce l'irrilevanza delle figure esterne come professori e sacerdoti e delle istituzioni politiche e religiose».
Si fida dell'Unione europea il 36 per cento dei giovani e della Chiesa cattolica il 33 per cento, delle istituzioni locali il 22, dello Stato (Governo, Camera e Senato) il 14 e dei politici appena il 6 per cento. In controtendenza Papa Francesco, unico personaggio pubblico testato: di lui si fida molto o abbastanza il 72 per cento dei ragazzi.

Ma la mamma è tutta un'altra cosa.

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