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Parlamentari del M5S scettici sulla linea oltranzista

La linea oltranzista dell'ex comico continua a creare malumori all'interno del M5S. Ci sarà una scissione?

Parlamentari del M5S scettici sulla linea oltranzista

"Perché non dialogare anche sull’elezione di un presidente della Repubblica, o sulla formazione di un governo a 5 stelle? Se noi ora non dialogheremo e ci arroccheremo sulle nostre posizioni, rischiamo di avere un D’Alema presidente della Repubblica ed un bel governissimo PD-PDL, e noi staremo a guardare mentre loro sfasciano un paese. Ed a me, francamente, questa situazione darebbe un po' fastidio". La dichiarazione del senatore grillino Fabrizio Bocchino - se è azzardato definirla distante dalla linea del leader Beppe Grillo - quantomeno cela scetticismo.

E dubbi nei confronti di un ostracismo del "capo" che, dopo la rieducazione dei grillini nell'agriturismo di Fregene, ha smentito ogni illazione su fratture in seno al Movimento 5 Stelle spiegando invece che "si stanno dividendo gli altri, non noi". Sarà, intanto le prime avvisaglie sono apparse per il voto per l'elezione del presidente del Senato. E sono ricomparse sulla votazione che ha sancito la contrarietà nel proporre a Giorgio Napolitano un nome per Palazzo Chigi e la chiusura nei confronti delle commissioni dei saggi.

In base ai conti fatti dall'Huffington Post, fra la Camera e il Senato ci sarebbe un quarto dei 163 parlamentari che vorrebbero il dialogo più che la chiusura. Tra questi ci sono nomi che in questi giorni sono passati alla cronache. Da Giulia Sarti che ha auspicato pubblicamente un cambio di rotta al celebre Tommaso Currò. E con loro tutti quei parlamentari che votarono Pietro Grasso alla presidenza del Senato. C'è poi la senatrice Alessandra Bencini, unica a votare la mozione per il dialogo e che, in una intervista a Repubblica, esternava la sua sofferenza spiegando che "io nella vita sono pragmatica e vorrei delle certezze, come le vogliono gli italiani. Vorrei essere risolutiva, dare risposte concrete al Paese".

Al netto dei numeri, è evidente che la linea di Grillo non è condivisa all'unanimità. D'altronde, lo stesso capogruppo al Senato, Vito Crimi, ha ammesso l'esistenza di un "dibattito al nostro interno con posizioni anche diverse", ma ha precisato che "le divisioni sono fisiologiche, sarebbe grave se non ci fossero, ma escludo scissioni".

Sicuramente è ancora presto per paventare fratture o scissioni, ma è altrettanto certo il fatto che la quarantina di grillini scettici rappresentino un gruppo di parlamentari che potrebbero condizionare i giochi politici.

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