Interni

"Party all'insegna della segregazione". In Brianza un acquapark per sole donne musulmane

Per un intero giorno, l'acquapark di Limbiate sarà dedicato alle donne musulmane: niente telecamere, solo bagnini donna e niente palazzi alti vicino

"Party all'insegna della segregazione". In Brianza un acquapark per sole donne musulmane

Ascolta ora: ""Party all'insegna della segregazione". In Brianza un acquapark per sole donne musulmane"

"Party all'insegna della segregazione". In Brianza un acquapark per sole donne musulmane

00:00 / 00:00
100 %

In che direzione sta andando il nostro Paese? Le tradizioni culturali, le conquiste del passato stanno arretrando davanti all'avanzata delle culture diverse, lontane da tutto quello per il quale le generazioni passate hanno combattuto, soprattutto le donne. Le conquiste di libertà, di parità e equità stanno scivolando indietro di decenni, come dimostra l'ultima iniziativa denunciata da Isabella Tovaglieri, eurodeputata della Lega, membro della commissione Diritti delle donne e parità di genere del Parlamento europeo.

"Apprendiamo con sconcerto che sabato prossimo, 8 luglio, un intero acquapark di Limbiate sarà riservato esclusivamente alle donne musulmane per un party all’insegna della segregazione, nel quale mancheranno anche alcune misure di sicurezza, con le telecamere di sorveglianza che verranno spente per permettere alle ospiti di trascorrere una 'giornata di sole libere dagli sguardi indiscreti'", denuncia l'esponente della Lega, denunciando un caso gravissimo per un Paese come il nostro, che è stato ampiamente pubblicizzato per richiamare quante più donne possibili.

Nel volantino viene anche garantita l’assenza di palazzi alti nelle vicinanze, il divieto assoluto di fare foto o video all’interno della struttura e la presenza di sole bagnine donne, così da poter uscire dalla vasca “con il burkini senza imbarazzo” e di poter “conciliare la bellezza e l’orgoglio del hijab con il bisogno di svago”. Tovaglieri, inoltre, mette in evidenza un elemento che sottolinea il modo operativo di questo tipo di culture, che risulta essere incompatibile con la ricerca dell'integrazione, necessità che evidentemente non si percepisce come cruciale da chi organizza questo tipo di eventi. "A lasciare sgomenti è infine la possibilità di acquistare il biglietto ridotto per le bambine dai 5 ai 9 anni, che in questo modo vengono indottrinate prematuramente e in modo subdolo, anche attraverso un’occasione di svago, alla segregazione e alla sottomissione", spiega la leghista.

Per questa ragione, conclude: "Non possiamo più accettare l’alibi della discriminazione e dell’integrazione difficile, quando sono gli stessi immigrati musulmani a volersi isolare dalla società in cui hanno scelto di vivere, perpetuando usi e costumi incompatibili con i nostri, che stridono con le conquiste e con i diritti faticosamente raggiunti dalle donne in Occidente".

Commenti