"A pascolare le pecore nei campi". Da Santoro altro veleno contro il governo

Il giornalista non si tiene e spara a zero contro La Russa e Lollobrigida. Poi attacca Meloni: "Nella sua lettera non c'è la parola antifascismo"

"A pascolare le pecore nei campi". Da Santoro altro veleno contro il governo

Le parole al veleno di Michele Santoro contro il governo non rappresentano una novità: puntualmente il giornalista individua un rappresentante del centrodestra, lo sferza politicamente a favore di telecamera, esprime pensieri altisonanti e si spinge fino a paragoni alquanto discutibili. Questa settimana è stato il turno di Ignazio La Russa e di Francesco Lollobrigida, pungolati e finiti al centro di una critica perentoria portata avanti dall'ex conduttore di Servizio Pubblico.

Santoro contro Meloni, La Russa e Lollobrigida

Santoro, intervistato da Giovanni Floris a Dimartedì su La7, se l'è presa con il presidente del Senato e con il ministro dell'Agricoltura per aver fatto delle "cazzatone grandi quanto una casa". Un'esternazione a cui è seguita un'immancabile considerazione personale attraverso cui, riferendosi a La Russa e Lollobrigida, non si è esentato dal propinare di nuovo un'uscita roboante: "In tutta Europa starebbero a pascolare le pecore nei campi".

Il giornalista si è detto poi deluso dalla lettera inviata da Giorgia Meloni al Corriere della Sera per il 25 aprile: il presidente del Consiglio ha ribadito che i partiti della destra in Parlamento hanno già "dichiarato la loro incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo", auspicando che la Festa della Liberazione sia un momento di ritrovata concordia nazionale. Eppure, proprio come l'insaziabile sinistra, anche per Santoro non è sufficiente: "Leggi questa lenzuolata di parole, la parola antifascismo non c'è".

Non poteva non cavalcare le recenti dichiarazioni di Gianfranco Fini, che pochi giorni fa in televisione ha invitato Meloni a dire chiaramente che la destra italiana ha fatto fino in fondo i conti col fascismo. Parole prese al balzo da Santoro per muovere l'ennesima critica al capo del governo: "Ha detto alla Meloni di dire che è antifascista, lei non c'è riuscita a dirlo. Ci aspettavamo che pronunciasse questa parola".

Le sparate contro il governo

Ovviamente non si tratta del primo attacco frontale di Santoro verso esponenti dell'esecutivo o comunque all'indirizzo dei rappresentanti della coalizione di maggioranza. In seguito alla tragedia del naufragio dei migranti a Cutro si era scagliato contro il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi denunciandone la "freddezza burocratica" e le "gelide considerazioni" espresse alla luce della vicenda al largo delle coste calabresi. "Mi fa paura solo guardarlo in televisione, già mi spaventa", aveva aggiunto contro il titolare del Viminale.

Nel mirino era finito anche Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, tirato in ballo sull'emergenza migranti dopo l'offensiva contro Piantedosi: "Esponiamo Salvini a Reggio Calabria, sul molo: lo vedono, si spaventano e

tornano indietro". Senza dimenticare il parallelismo choc usato sempre contro il segretario della Lega: "Quando vede i migranti diventa come un leone affamato che vede un gregge di pecore che gli passa davanti".

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