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Pd, anche Fassina in campo: troppi pretendenti per una sola poltrona

Si allunga la lista dei pretendenti alla segreteria. Fassina verso la candidatura. Franceschini punta sulla Serracchiani. Cuperlo sgomita. E la Bindi...

Il sindaco di Firenze Matteo Renzi
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi

Alla fine scenderanno tutti in campo per difendere il proprio orticello. Uno dopo l'altro, si stanno accodando per lo scontro finale. Quella che andrà in scena in autunno tra i vertici del Partito democratico sarà una vera e propria resa dei conti. Per non cambiare nulla, s'intende. Adesso a infoltire la lista dei pretendenti alla poltrona di segretario del partito c'è anche il viceministro dell'Economia Stefano Fassina che, in un'intervista al Messaggero, si è detto pronto a dare una mano. Da Matteo Renzi a Gianni Cuperlo, da Fabrizio Barca a Debora Serracchiani i partecipanti sono davvero tanti. E tutti con l'obiettivo di riformare (a modo loro) il baracca democratica. Una lotta fratricida che, giorno dopo giorno, non fa altro che indebolire il centrosinistra.

"Voglio rassicurare Matteo Renzi: non abbiamo intenzione di 'fregare' nessuno". Il segretario pro tempore Guglielmo Epifani l’ha ripetuto fino allo sfinimento nei mesi scorsi, ma è torna a ribadirlo anche ieri: le regole per il congresso saranno condivise e la data non slitterà al 2014. Eppure ai renziani non basta la parola dell'ex segretario della Cgil di fronte al "gran movimento sotterraneo" che registrano contro la candidatura del sindaco di Firenze. E lo hanno ribadito proprio mentre spunta l’ipotesi della candidatura di Fassina per compattare il fronte alternativo al rottamatore. "Il Pd ha diverse personalità in grado di interpretare la prospettiva di una ricomposizione dell’area progressista, Cuperlo compreso - ha spiegato il viceministro dell'Economia - nel contesto della ricomposizione di quest’area, sono a disposizione per dare il mio contributo". Così, dopo aver invitato Renzi a non "inquietarsi", Fassina torna a ribadire la necessità di separare la figura del leader da quella del premier: "In Italia non ci sarà mai un sistema bipartitico e non necessariamente il miglior leader è anche il miglior premier". I dubbi, però, restano. E, dopo l'ennnesima riunione della commissione che sta scrivendo le regole del congresso Epifani, che ha escluso la propria candidatura, ha tentato (invano) di fugare i dubbi di Renzi e dei suoi. "La sfida più grande sarebbe certamente la posizione di premier e per questo diventa importante il partito - ha spiegato il sindaco di Firenze al Frankfurter Allgemeine Zaitung - chi vince le primarie aperte dovrebbe essere il candidato a guidare il governo. Certo, non vorrei diventare capo del Pd per cambiare il partito, ma per cambiare l’Italia".

Al di là del braccio di ferro sulle regole, il Pd assiste inerme a un desolante scontro tra le diverse anime che compongono il partito. Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Gianni Pittella hanno per ora confermato la propria corsa alla segreteria. "Questo è un congresso di cui dobbiamo discutere dell'identità, della cultura politica, del profilo, del ruolo di questo partito - ha spiegato Cuperlo - le candidature ognuno è in grado di giudicarle. Chi si candida lo fa perché sente il dovere di poter dare un contributo e queste candidature sono tutte energie positive". Tra i nomi dei possibili candidati spunta anche quello della Serracchiani. "Mi sembra una grande precarietà di candidature nel Pd in questi giorni", ha commentato tirando una stoccata agli iscritti alla guida del Pd. Secondo fonti di via del Nazareno, il ministro per i Rapporti col parlamento Dario Franceschini starebbe spingendo perché la governatrice del Friuli corra per la segreteria e Renzi per la posizione a cui tiene di più, quella da premier. Un'operazione che non è affatto scontata. Bersaniani e lettiani non sono certo disposti a stare a guardare.

E, poi, c'è sempre Rosy Bindi che sta scalpitando per una rivincita.

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