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Il Pd campano in rivolta contro Boccia, ma Letta blinda il fedelissimo

I consiglieri regionali dem scrivono una lettera a Letta per chiedere la rimozione o il passo indietro di Francesco Boccia, ma il segretario dem blinda il suo fedelissimo

Il Pd campano in rivolta contro Boccia, ma Letta blinda il fedelissimo

Con una lettera indirizzata all’attuale segretario Enrico Letta e al coordinatore nazionale Marco Meloni, i consiglieri regionali campani chiedono la rimozione o il passo indietro di Francesco Boccia, che era stato nominato da Letta commissario regionale del Pd. Il documento è stato firmato dal presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero, dal capogruppo Mario Casillo, dal fratello del sindaco di Napoli Massimiliano Manfredi, da Loredana Raia, Bruna Fiola e da un fedelissimo del governatore De Luca come Francesco Picarone. Con loro anche gli ex parlamentari Umberto Del Basso de Caro e Lello Topo.

"L’approssimarsi delle scadenze congressuali espone naturalmente le persone che ricoprono responsabilità dirigenziali o svolgono funzioni di garanzia, le quali legittimamente prendono posizione rispetto alle scelte legate ai congressi, a una attenzione particolare sul loro operato". Si legge nella nota. “Alcuni giorni fa Boccia, com'è suo diritto, ha scelto di sostenere la candidatura di Schlein accettando il ruolo di coordinatore della campagna congressuale di quest'ultima e rilasciando numerose interviste e dichiarazioni a sostegno della candidata Schlein. Questa sua nuova posizione lo pone al di fuori del perimetro di terzietà e di neutralità connaturato alla sua funzione di garante”.

Boccia tra l’altro è commissario regionale anche in Puglia oltre che in Campania, ma lì non ci sono problemi per questo congresso. Infatti i maggiorenti dem della corrente pugliese Emiliano, Decaro e lo stesso Boccia hanno deciso a tavolino di dividersi e schierare gli amministratori con Bonaccini e Boccia su Schlein, in modo da governare tutte le correnti.

I consigliere campani invece sono netti: "Sarebbe stato auspicabile un suo spontaneo passo indietro ma ciò non è avvenuto, nonostante sia del tutto evidente l'incompatibilità politica tra le due funzioni. Questa condizione va evidentemente rimossa dalla segretaria nazionale. Certi dell’accoglimento ad horas della richiesta, attendiamo con fiducia un positivo riscontro”.

La risposta del Nazareno arriva, ma non è quella sperata: "L’approssimarsi delle scadenze congressuali espone naturalmente le persone che ricoprono responsabilità dirigenziali o svolgono funzioni di garanzia, le quali legittimamente prendono posizione rispetto alle scelte legate ai congressi, a una attenzione particolare sul loro operato”.

Nonostante al situazione disastrosa del Pd, con i sondaggi che lo danno al minimo storico, la dirigenza non vuole rimuovere Boccia che pure è uno dei principali artefici di questa sconfitta. "Da parte nostra -prosegue la nota -, ci impegniamo a garantire che chi svolge compiti connessi alla segreteria nazionale o su nomina del segretario, come nel caso delle gestioni commissariali, operi con equilibrio e trasparenza, assicurando la piena regolarità delle operazioni congressuali. Le richieste di intervento che ci giungono dai territori costituiscono da parte nostra una ragione in più per svolgere efficacemente questa funzione di garanzia”.

Eppure lo stesso Boccia, che è ancora responsabile degli enti locali del Partito, ha criticato la scelta della segreteria di cui faceva parte (senza dimettersi) di non allearsi con i 5 stelle alle elezioni.

Ma anche se non ha mai preso un voto, il pupillo di Emiliano resta blindassimo: “Nello specifico confermiamo che in tutte le realtà commissariate si procederà rapidamente all’adozione dei regolamenti e alla nomina delle commissioni per i congressi, che verranno celebrati contestualmente al congresso nazionale, seguendo le indicazioni già fornite ai territori da questa segreteria nazionale”.

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