Politica

Il Pd non perde il vizio: abbiamo un'altra banca

Il Banco di Sardegna resta un affare di sinistra: alla Fondazione arriva l'ex senatore Cabras

L'ex senatore del Pd Antonello Cabras
L'ex senatore del Pd Antonello Cabras

Roma - Il Pd ci ricasca. Se non si rischiasse rimbrotti di ogni tipo si potrebbe dire (magari sussurrando a bassa voce): il Partito democratico ha una banca. Un'altra, sarebbe più corretto. La notizia non riguarda il continente, bensì la Sardegna. L'ex senatore del Pd, Antonello Cabras è, infatti, destinato a coprire la carica di presidente della Fondazione Banco di Sardegna. Il Giornale aveva già anticipato il 9 marzo scorso l'avvicendamento con Antonello Arru, sempre di area Pd, nominato nuovo presidente del Banco di Sardegna. Quindi non c'è soluzione di continuità: la Fondazione resta nelle mani di uomini del Pd.
E pensare che lo stesso Stefano Fassina, in pieno ciclone Monte dei Paschi, aveva pubblicamente bocciato l'ipotesi Cabras. Il 13 marzo La Nuova Sardegna titolava infatti Fondazione, il no di Fassina a Cabras. E nell'articolo si dava ampio spazio non solo alle dichiarazioni dell'allora responsabile economico del Pd ma anche alle preoccupazioni di Arturo Parisi che per primo aveva lanciato l'allarme, chiedendo un intervento della segreteria nazionale. E Fassina aveva dato in quella sede ampie rassicurazioni. «Cabras - spiegava Fassina - è una persona di qualità elevata, ma credo sia necessaria una netta separazione tra l'attività politica e la presidenza delle fondazioni. Passaggi diretti da un campo all'altro non aiutano ad assicurare quell'indipendenza che è invece necessario garantire». Ora, però, Cabras non è più parlamentare e formalmente non ci sono ostacoli alla sua nomina. La sua carriera politica è durata quasi trent'anni, iniziando a calcare le scene come sindaco di Sant'Antioco e successivamente passato in Regione come consigliere nelle file del Partito socialista, fino a ricoprire il ruolo di assessore al Bilancio. Nel '94 viene nominato presidente della Regione. Nel 2001 viene eletto senatore nelle file dei Ds. Da allora è rimasto a Palazzo Madama fino a febbraio, con una parentesi da deputato nella XIV legislatura.
Due giorni fa L'Unione Sarda rilanciava la notizia della nomina del nuovo presidente della Fondazione e indicava nell'11 luglio la data in cui si riunirà il consiglio di amministrazione. È bastato questo per scatenare nuovamente le polemiche, visto che sono in molti, dentro il Pd sardo, a non gradire l'utilizzo del vecchio sistema della lottizzazione politica per le nomine bancarie.
Uno dei più appassionati oppositori dell'operazione è Giorgio Melis, già parlamentare Pd nella XVI legislatura. Sulla sua pagina di Facebook ieri commentava amaro questa vox populi, che dal prossimo 11 luglio potrebbe essere ratificata dai documenti del consiglio di amministrazione in una solida realtà. «Purtroppo non siamo un Paese normale - commenta -. Ma intanto l'Italia sta scoppiando e una questione morale immensa grava sulla legittimità della politica. Continuiamo.

Si ballava spensierati anche sul Titanic, del resto».

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