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Il Pd rinnega se stesso e rottama (ancora) le primarie

A Firenze non terranno le primarie per scegliere il candidato sindaco in corsa nel 2024. Seppellite le primarie, che sono previste dallo statuto del partito e fanno parte del dna dem

Il Pd rinnega se stesso e rottama le primarie

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Il Partito democratico rottama le primarie. La scelta della classe dirigente dem di Firenze, ormai quasi ufficiale, mostra un'inversione a U abbastanza importante, visto che le primarie come strumento per la scelta dei candidati sono indicate persino nello statuto del Pd. Ma ormai è acqua passata. Ormai i candidati li sceglie il partito, o meglio, i partiti delle coalizioni. Non è la prima volta (già successo di recente a Bari e in Sardegna). Viene archiviata, dunque, quella diversità del Pd che tante volte era stata sbandierata per sottolineare la "superiorità democratica" del più importante partito della sinistra italiana. Singolare che questa scelta avvenga con una leader nazionale che proprio grazie alle primarie è stata eletta alla guida del partito. Ma, si dirà, non è Elly Schlein che ha rottamato le primarie a Firenze, bensì la dirigenza locale del Pd. La sostanza non cambia.

Martedì sera al circolo di San Bartolo a Cintoia (Firenze) si terrà l'assemblea cittadina del Pd che, salvo clamorosi ripensamenti dell'ultima ora, dovrebbe escludere il ricorso alle primarie e indicare l'assessore Sara Funaro come candidata sindaca alle prossime elezioni. Sconfitta un'altra donna, l'ex assessore Cecilia Del Re (destituita da Nardella), che da mesi a gran voce chiedeva che si tenessero le primarie.

Giani Ponzio Pilato: "Mi pronuncio dopo la decisione"

"Io vorrei evitare per correttezza di pronunciarmi prima di stasera: che faccio prendo una posizione prima che si sia espresso l'organo che deve decidere? Posso solo dire che ci sarò stasera e domani commenteremo il risultato". Se la cava in questo modo il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, rispondendo ai giornalisti che chiedevano un commento sull'assemblea del Pd di Firenze.

L'assessore Del Re: "No a una candidata calata dall'alto"

Cecilia Del Re, come dicevamo prima, è la grande sconfitta di questa vicenda politica. Negli ultimi mesi ha fatto di tutto per cercare di convincere il Pd che sarebbe stato un errore rottamare le primarie. A metà novembre ha riunito circa mille persone ad una convention nel capoluogo toscano e in più ha fatto spedire 1.500 cartoline alla segretaria Schlein per chiedere le primarie. Ora accusa il sindaco Nardella: "Ha usato un pretesto per defenestrarmi proprio per superare l'idea delle primarie". E ribadisce: "Le primarie sono la regola, non l’eccezione".

Renzi punzecchia la Schlein

"Chi è Elly Schlein? È colei la quale ha vinto le primarie e poi ha cancellato le primarie. Io vengo dal Pd che nasceva su poche cose ma chiare, la prima: si fanno le primarie". Così Matteo Renzi nel suo intervento all'assemblea nazionale di Italia Viva in corso a Roma.

Il costituzionalista Fusaro: "Pd rinnega se stesso"

"l primo requisito per un partito e una classe dirigente degni di questo nome dovrebbe essere mantenere gli impegni, rispettare i patti assunti davanti a iscritti e simpatizzanti e naturalmente obbedire al proprio statuto", scrive sulla Nazione il costituzionalista Carlo Fusaro. "Ora lo sanno anche i sassi che il Pd ha fatto delle primarie uno degli elementi caratterizzanti della propria identità. E infatti su questo sia lo Statuto nazionale sia lo Statuto regionale sono chiarissimi". Eventuali deroghe che permettano di non fare le primarie possono esserci solo in presenza di alcuni requisiti: "Se c’è una sola candidata, se vi sono circostanze 'assolutamente eccezionali' e se così si è concordato con gli alleati di coalizione (che a Firenze, al momento, non c’è). Solo in questi casi, l’assemblea dei delegati, a maggioranza qualificata (3/5), può derogare e non fare la primaria".

A Firenze non vi sono questi requisiti, quindi il partito, deliberatamente, ha deciso di rottamare un punto essenziale della propria identità, in altre parole, come spiega Fusaro, di rinnegare se stesso.

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