Economia

Il Pd va a caccia di un'altra banca

Guerra interna per la scelta del senatore non eletto Cabras alla guida della Fondazione Banco di Sardegna

Il Pd va a caccia di un'altra banca

Roma - La lezione del Monte dei Paschi, disastro finanziario con suicidio, non è servita a niente. Il Pd punta un'altra banca, sempre attraverso il giochino della Fondazione gemella, stavolta non in Toscana ma in un altro feudo, la Sardegna. La nomina potrebbe arrivare a giorni. Il predestinato è il bersaniano Antonello Cabras, senatore (uscente) del Pd, ex segretario regionale in Sardegna e uomo forte del partito sull'isola. Il posto che lo attende è la presidenza della Fondazione Banco di Sardegna, azionista al 49% del Banco di Sardegna, prima banca sarda anche grazie al controllo di un altro istituto molto radicato, il Banco di Sassari, posseduto al 79%. Anche qui si arriva alla Fondazione Banco di Sardegna, che nomina parte del Cda e soprattutto il presidente del Banco di Sardegna. La scelta di Cabras è stata fatta mesi fa, contestualmente ad un'altra sistemazione eccellente per un altro big del Pd sardo che ha accettato di non ricandidarsi, l'onorevole Antonello Soro. Per lui, a compensazione, si è trovata l'anno scorso la poltrona d'oro (soldi pubblici) dell'Authority della Privacy, forte del suo curriculum da dermatologo. Ebbene, non è certo una sorpresa che neppure Cabras – compensato con la promessa Fondazione - abbia un curriculum economico, visto che è ingegnere, con un passato di insegnante di tecnologia meccanica. Che c'entra un ingegnere esperto di costruzioni con una banca? Quanto c'entrava l'avvocato Mussari con Mps, cioè poco o nulla, se non l'appartenenza al partito, spesso vicino alla lobby bancaria (si veda l'appoggio alla Tobin Tax «salvabanche» raccontata in una Zuppa di Nicola Porro). Nessuna novità anche perché già l'attuale presidente della Fondazione, l'avvocato Antonello Arru, è targato Pd, vicino a Soro. Arru, che nell'avvicendamento col senatore Cabras alla presidenza della Fondazione mira a diventare presidente del Banco di Sardegna, è stato segretario regionale dei Popolari nel '95, poi confluiti nel Pd. E anche Cabras è un politico di lungo corso. Presidente della Regione Sardegna col Psi craxiano, poi è stato parlamentare, tra Camera e Senato, coi Ds e quindi col Pd, per quattro legislature. La sua sfera di influenza in Sardegna si scontra con quella di Renato Soru, l'altro uomo forte del Pd. Nello scontro (diretto) per la segreteria regionale però ha vinto Cabras, che ha ricoperto quell'incarico dal 2007, passando poi il testimone ad una suo fedelissimo (anche lui bersaniano), Silvio Lai, attuale coordinatore Pd in Sardegna nonché neosenatore (in staffetta con Cabras). In mezzo ai due big, Cabras e Soru, si muovono altri esponenti Pd che tentano di rompere il sistema ingessato di potere, come Roberto Deriu, presidente Pd della Provincia di Nuoro, candidato indipendente alle primarie per la presidenza della Regione (elezioni tra meno di un anno).
La lottizzazione Pd della Fondazione Banco di Sardegna ha creato molti malumori nel Pd, «anche se tutto viene silenziato dai vertici nazionali», spiegano. Il segretario regionale Lai ha provato una difesa improbabile dicendo che il Pd non c'entrerebbe niente con l'eventuale nomina del senatore Pd alla Fondazione.
Risposta che non convince, e qualcuno alza la voce. «Ma davvero lo scandalo Mps non ha insegnato niente ai dirigenti del Pd? – chiede Simone Campus, consigliere comunale del Pd a Sassari, già autosospeso -. Se verrà nominato Cabras non ci penserei due volte a strappare la tessera del Partito». «Quella nomina sarebbe una stupidaggine autolesionista», attacca Guido Melis, deputato uscente del Pd sardo.
E anche l'ex ministro Arturo Parisi si è espresso contro la lottizzazione bancaria in Sardegna. Una delle molte grane sul tavolo di Bersani. Chissà se il segretario, per non regalare altri voti a Grillo, ordinerà la marcia indietro sulla nomina di Cabras al Banco di Sardegna.

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