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PD(N): Partito di Napolitano

Chiunque vinca le primarie del Pd non potrà essere che un burattino nelle mani del Presidente della Repubblica

PD(N): Partito di Napolitano

Dopo il voto di fiducia alla Cancellieri ho capito qual è l'equivoco in cui siamo caduti quando, al momento della sua rielezione accolta come salvifica, Napolitano parlò davanti alle Camere riunite di pacificazione nazionale. Noi pensavamo che il presidente avrebbe usato la sua influenza su magistrati, Parlamento e governo per far abbassare i toni dell'accanimento giudiziario e politico contro Silvio Berlusconi. Sbagliavamo. Il presidente intendeva che ci avrebbe pensato lui a pacificare con le buone o con le cattive il Pd per garantire lunga vita alla sinistra e al suo premier Letta.

Anche Renzi non lo aveva capito, ma si è subito adeguato. E con la coda tra le gambe ha risposto: signorsì, rimangiandosi i giudizi sprezzanti sulla ministra e la richiesta di dimissioni. I suoi uomini hanno votato compatti per la fiducia. Sarà anche furbo, il sindaco, ma un conto è governare Firenze e andare in giro a fare lo spiritoso nelle comparsate tv, altro è stare a schiena diritta nell'arena del potere. Ha fatto la figura del pivello, quale probabilmente è, e ha sbattuto la testa alla prima uscita da segretario in pectore.

Ormai è chiaro. Chiunque vinca le primarie del Pd non potrà essere che un burattino nelle mani di Napolitano. Il quale, quando gli conviene, esercita eccome i suoi poteri nei confronti di chi gli si mette di traverso. Quando è toccato a lui finire nella rete delle intercettazioni imbarazzanti (col suo amico Mancino a sparlare della Procura di Palermo) le bobine sono state bruciate e il suo accusatore Ingroia è dato per disperso e anche i suoi colleghi non se la passano bene. Errore che i pm di Torino, competenti per il caso Cancellieri, si sono ben guardati dal compiere, assicurando a più riprese che mai e poi mai avrebbero indagato la ministra, a prescindere. Ognuno tiene famiglia ed è noto che a forzare la giustizia vai sul sicuro solo se nel mirino c'è Berlusconi. In quel caso, e solo in quello, Napolitano si chiama fuori: come potete pensare - sostiene - che io possa interferire con il corso della giustizia? Giammai.

Povero Pd. Lo hanno costretto a salvare una ministra amica dei Ligresti e in passato raccomandata da Berlusconi (l'ultimo verbale in tal senso è stato fatto uscire, guarda caso, tre minuti dopo il voto di ieri) pur di mandare avanti Letta. È tutto da ridere. È lo stesso Pd che tra pochi giorni voterà, con l'assenso di Napolitano, in modo retroattivo e palese - quindi incostituzionale - la legge sulla decadenza per buttare fuori Berlusconi dal Senato.

Più che di Pd da oggi si parla di Pdn: partito di Napolitano.

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