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"Penso ai poveri...". L'odio anti-Cav si accanisce pure sul testamento

De Magistris polemizza persino sulle ultime volontà del Cavaliere. "Penso a chi non arriva a fine mese...". Ma sui social lo zittiscono: "Populista da quattro soldi". E pure Montanari riversa veleno

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Livori senza fine, demagogie un tanto al chilo. Veleni postumi. L'odio nei confronti di Silvio Berlusconi non è finito nemmeno ora. Nel giorno in cui sono state divulgate le volontà testamentarie del Cavaliere, c'è chi è riuscito a polemizzare persino su queste ultime. Peraltro, con argomentazioni al limite dell'assurdo. Sui social, ormai diventati il luogo in cui ciascuno riversa pensieri anche a casaccio, in molti si sono sentiti in dovere di commentare le disposizioni del Cav, mettendo il becco pure sui contenuti del testamento scritto dallo stesso ex premier. A chiosare con toni acrimoniosi le ultime volontà del compianto imprenditore è stato, tra gli altri, l'ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, con un tweet decisamente fuori luogo. E anche lo storico dell'arte Tomaso Montanari non ha fatto mancare la propria dose di astio.

De Magistris al veleno sul testamento del Cav

"Non bastava la genuflessione dei poteri sul corpo senza vita di Berlusconi, ora la telenovela del testamento: 100 milioni alla compagna, 30 milioni al mafioso Dell'Utri…penso ai poveri, ai giovani, a chi si ammazza di fatica senza arrivare alla fine del mese, agli onesti…", ha scritto De Magistris. Nel confutare quel pensiero, non si sa proprio da dove cominciare: forse dal cordoglio definito, in maniera assai poco elegante, "genuflessione" o dall'apertura del testamento rappresentata come una telenovela. Che poi, l'unica vera "soap opera" ancora in corso è proprio quella degli odiatori di Berlusconi, incapaci di tacere sul Cavaliere almeno ora. E anzi, intenzionati a proseguire a oltranza le loro viscerali ostilità.

Ma ciò che più soprende nel tweet di De Magistris è l'accostamento demagogico tra le volontà testamentarie del Cavaliere e "i poveri, i giovani...". Come se ci fosse una correlazione tra le due cose. Nel fallace ragionamento, peraltro, ci sembra di rintracciare quel solito tic di sinistra che mette in contrapposizione la ricchezza (ottenuta magari dopo una vita di lavoro e sacrifici) e la condizione di chi invece è più svantaggiato. Peraltro, nello specifico caso di Berlusconi, si dimentica che in vita il Cavaliere fece pure tanta beneficenza, in particolare attraverso la fondazione che porta il nome di suo padre. Tale circostanza, nota ai più sebbene spesso si concretizzasse in silenzio, è stata ricordata all'ex sindaco di Napoli nei commenti di Twitter, per la maggioranza non troppo benevoli nei suoi confronti.

"Non sono berlusconiano, anzi... Ma in un testamento ognuno fa quello che vuole", ha ad esempio un utente a margine del tweet di De Magistris. E un altro ha blandito più seccamente l'ex europarlamentare: "Non dai nessun contributo a combattere il reale e serio problema della redistribuzione della ricchezza con miserevoli tweet populisti d'accattonaggio". Altrettanto duro un altro commentatore, Antonio: "Non perdere occasione per fare il populista da quattro soldi, mi raccomando".

Il tweet di Montanari

Sempre sui social, anche lo storico dell'arte Tomaso Montanari ha aggiunto la propria voce a quella degli anti-Cav di giornata. "Continua a pagare i mafiosi anche da morto: sarà per questa virtuosa coerenza che hanno imposto al Paese di onorarlo come un padre della patria?", ha scritto, alludendo proprio a Berlusconi e al suo testamento. Inutile dilungarsi in commenti, perché certe uscite si qualificano da sole. Va segnalato che il rettore dell'Università per stranieri di Siena si era distinto per le sue ostilità anche nei giorni del lutto per la scomparsa dell'ex premier. In quell'occasione, infatti, si era rifiutato di esporre la bandiera a mezz'asta nonostante fosse stato indetto il lutto nazionale.

"Ognuno obbedisce alla propria coscienza", aveva motivato, rivendicando quello sfregio.

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